Una testa di capretto (VIDEO) lasciata sotto la scrivania della Presidente dell’Amap di Palermo (leggi qui la notizia)diventa l’ennesima occasione di scontro all’interno del Pd, del governo della regione e fra governo regionale e Comune di Palermo.

Succede anche questo nella Sicilia governata dagli uomini della legalità che litigano per scoprire chi è più ‘legalitario’ dell’altro. al posto della ovvia e scontata solidarietà per un gesto assurdo che non va assolutamente dimenticato o derubricato in alcun modo, l’attenzione si sposta, invece, di nuovo su temi politici.

L’attacco, violento, viene ieri stesso dal sindaco Leoluca Orlando che sposta l’attenzione sugli interessi della mafia e attacca l’assessore regionale all’energia Vania Contrafatto con la quale ha  ‘un conto aperto’ sin dai tempi delle autorizzazioni alle discariche. La risposta dell’assessore è altrettanto violenta (verbalmente, sia chiaro).

Ma quel che sorprende è il successivo silenzio assoluto del Presidente della Regione, degli altri assessori della giunta Crocetta, colleghi della Contrafatto, ed il silenzio assoluto dell’intero Pd del quale la Contrafatto è espressione in giunta.

Solo oggi, a 24 ore dallo scontro, interviene la segretaria provinciale di Palermo del Pd: “Leoluca Orlando che parla di interessi affaristico-politico-mafiosi in prossimità della campagna elettorale è la scena di un film vecchio almeno vent’anni. Peccato però, che in questo film sia stata “tagliata” la parte principale: quella del Sindaco che fa nomi e cognomi alle Autorità competenti, raccontando con dovizia di particolari i fatti cui si riferisce – dice Carmelo Miceli, Segretario Provinciale del Partito Democratico palermitano -. Nell’esprimere massima ed incondizionata solidarietà alla Prestigiacomo per il vile atto di cui è stata vittima – continua Miceli – non si può non stigmatizzare la condotta di chi strumentalizza simili eventi per tornaconti elettorali personali”.

“Se Orlando vuole dare davvero un contributo alla lotta a Cosa nostra – conclude il Segretario DEM – lasci perdere i discorsi sui massimi sistemi e inizi ad occuparsi di Palermo, cominciando a chiedersi cosa c’è dietro il dilagante ritorno in città di una delinquenza ormai quotidiana e quanto le inefficienze della sua amministrazione, siano terreno fertile per questa ondata di violenza”.

Ma non può certo bastare un intervento di un segretario provinciale ad esaurire la questione sul fronte politico. Può restare in silenzio un governatore che sulla legalità è sempre stato in prima linea su ogni intervento, da ultimo in difesa del manager dell’Asp di Palermo antonio candela che pure sulla legalità non era mai stato attaccato (gli viene riconosciuta l’azione ‘moralizzatrice’ che lo ha portato a girare con la scorta) ma era, invece, in polemica su alcuni atti amministrativi?

Un silenzio fragoroso che lascia pensare a ulteriori scontri sotterranei o vicende ignote alla stampa e ai cittadini. un silenzio incomprensibile

Solo a fine mattina del giorno successivo all’intimidazione arriva una presa di posizione del gruppo Pd all’Ars.

“A Maria Prestigiacomo va la mia soldiarietà e l’invito a non lasciarsi scoraggiare da quanto accaduto – dice Alice Anselmo, presidente del gruppo – Al tempo stesso – aggiunge Anselmo – resta l’amarezza per una polemica nata da questo episodio, che di certo non aiuta il lavoro all’insegna della trasparenza e della legalità che stiamo portando avanti al governo della Regione nel delicato settore delle acque e dei rifiuti. Un lavoro che vede l’assessore Vania Contrafatto in prima linea, impegnata ad introdurre importanti innovazioni dopo anni di immobilismo, sprechi e malaffare”.

“E l’amarezza per questa polemica – prosegue Anselmo – è doppia, perché scaturita dalle dichiarazioni del sindaco di Palermo Leoluca Orlando dal quale ci aspettiamo equilibrio e correttezza istituzionale, e che invece in questo caso ha mostrato un inaspettato nervosismo, accompagnato da toni che non appartengono ad una persona della sua esperienza e del suo spessore”.

 

(nella foto il presidente Crocetta con la sua fedele vice Mariella Lo Bello e, a sinistra, i renziani Gucciardi e Contrafatto)

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