Si è spenta oggi pomeriggio a Palermo Mimma Barbaro, vedova del giornalista Beppe Alfano, ucciso in un agguato mafioso l’8 gennaio 1993 a Barcellona Pozzo di Gotto. Mimma Barbaro aveva 79 anni. E’ andata via circondata dall’affetto dei suoi figli, delle sue nipoti e delle persone più care.

Mimma Barbaro era ricoverata a villa Sofia dove le era stato diagnosticato un male incurabile che in meno di 44 giorni l’ha strappata ai suoi affetti.  “La nostra mamma è stata una donna di straordinaria bontà, sempre pronta ad aiutare tutti. Nonostante il dolore che la vita le abbia riservato, siamo certi che verrà ricordata per la sua solarità e gentilezza”, ricordano i figli Sonia, Chicco e Fulvio.

Sonia Alfano – ex presidente della Commissione Antimafia del Parlamento europeo – ha però voluto sottolineare un vuoto legislativo: “Mia madre si è spenta tra atroci sofferenze – spiega – sofferenze che le sarebbero state risparmiate qualora in Italia ci fosse una legge sul fine vita che tutela la dignità di chi è gravemente malato. E’ soprattutto una questione di umanità”.

“E’ morta senza conoscere i mandanti dell’omicidio di mio padre”

Impossibile oggi, non tornare indietro di 32 anni, quando Cosa Nostra strappò all’affetto di Mimma e dei suoi figli un marito e un padre. “Mia madre inoltre si è spenta senza aver avuto il diritto sacrosanto di conoscere i veri volti di chi ha deciso l’omicidio di mio padre – è l’amarezza delle parole di Sonia Alfano – e questa è stata l’ennesima fonte di dolore per una famiglia che da 32 anni vive esclusivamente di dolore ed a cui viene costantemente negata verità e giustizia”.

La famiglia Alfano ringrazia l’Ospedale Villa Sofia di Palermo

I familiari di Mimma Barbaro, infine, “desiderano ringraziare i DG Salvatore Iacolino e Alessandro Mazzara ed in particolar modo il reparto di medicina interna di Villa Sofia, diretto dalla Dott.ssa Giusi Triolo per le amorevoli cure nei confronti di mia madre. Non dimenticheremo mai la dedizione con cui hanno tentato di salvare mia madre, gli abbracci, gli sguardi e le parole di conforto che tutto il personale sanitario ed in particolar modo il Direttore Giusy Triolo ed il Dott. Roberto Scondotto hanno destinato a noi figli”.