E alla fine, ma forse siamo solo all’inizio, Zamparini sbottò.
Dopo settimane di silenzio assoluto ascoltato con sgomento da una tifoseria intera in grande parte disorientata, il Presidente del Palermo ha detto la sua con un lungo comunicato pubblicato sul sito della Società di Viale del Fante che suona un po come dichiarazione di intenti e un po come lettera d’addio da parte di un Presidente stanco ma capace di contraddire se stesso e di inviare un messaggio confuso alla tifoseria ed alla città intera.

E’ tutto in ordine al Palermo Calcio secondo Zamparini: i conti quadrano, i senatori vanno via secondo una tradizione della politica societaria e sopratutto, dice Zamparini, che i palermitani non dimentichino mai dove li ha presi il Presidente friulano. Non hanno diritto di lamentare alcunché.

Certo che l’immobilismo della società in tutto questo periodo e le notizie di carattere finanziario che imporrebbero al Palermo di pagare i suoi debiti verso agenti che hanno curato l’arrivo in rosanero di giocatori che poi sarebbero diventati dei veri e propri affari per Zamparini, fa risorgere quei cattivi pensieri che anche nelle pagine di questo giornale avevano fatto immaginare una grande voglia di retrocessione.
Su quel bonus retrocessione siamo stati sbeffeggiati. Ai commentatori più noti ed esperti sembrava impossibile che la strategia di Zamparini fosse orientata a retrocedere. Nemmeno nove cambi di allenatore e la decisione di mettere fuori squadra quei senatori che poi hanno determinato la salvezza del Palermo potevano giustificare un’idea folle, quella che avrebbe condotto il Palermo in serie B con un lauto incasso di somme dovute al bonus retrocessione.

Eppure adesso quei soldi mancano nelle casse della società. Quei soldi avrebbero consentito al Palermo di risolvere le pendenze finanziarie che oggi determinano il blocco della spesa e l’impossibilità di agire sul mercato senza prima riuscire a vendere i pezzi pregiati Vasquez e Lazaar.

E’ nostro parere ancora oggi invece che la strategia della retrocessione sul campo fosse ben chiara e voluta da chi guida il Palermo, anche se siamo rimasti lieti di essere stati smentiti dal campo.

Quella strategia è saltata per un sussulto di orgoglio di alcuni giocatori e perché la città e la tifoseria si sono stretti intorno alla squadra al primo risultato utile nell’ultimo mese del campionato scorso. A retrocessione scampata è scattata poi la reazione della società con alcune scelte che sono sembrate quasi punitive nei confronti di chi quella salvezza l’aveva conquistata con onore sul campo ed ecco che sono stati praticamente cacciati i senatori: Sorrentino subito via, Maresca fuori discussione e poi Giardino che nonostante avesse ancora 2 anni di contratto e poteva diventare il capitano di un piccolo ma dignitoso Palermo del prossimo anno, è stato mollato dalla società. Troppi forse i 10 gol realizzati con una squadra modesta come quella che ha conquistato la salvezza in extremis?

Alcune certezze però il Palermo che dovrebbe giocare il prossimo campionato le ha: Struna sopra tutti. Ci sembra chiara l’intenzione. Si punta non sui giovani e nemmeno sui veterani. Il Palermo adesso punta alla mediocrità.

L’unica speranza restano i Cinesi che potrebbero comprare la società rosanero secondo quanto è trapelato dagli organi di stampa specializzati in questi ultimi giorni. Noi aspettiamo soltanto il cambio di mano in qualunque direzione. E’ l’unica speranza di vedere ancora un Palermo che combatte in serie A. Ricorderemo comunque Zamparini con affetto e non c’è bisogno che ci ricordi di nuovo dove ha preso il Palermo e dove lo ha condotto. I Palermitani gli riconosceranno sempre quel periodo e quelle gesta. Ma sapranno ricordare anche quelle attuali che sembrano messe in atto da persone diverse, meno credibili, per niente appetibili dal mercato.

 

Ecco il perchè di una retrocessione