Niente voto nel 2016 neanche per i Liberi consorzi di comuni ovvero sei delle nove ex province. Nonostante il parere contrario del governo che si era, comunque, rimesso all’aula, l’Ars ha deciso il rinvio di 4 mesi per le elezioni di secondo livello.

Se me riparlerà il 26 febbraio del 2017. Il motivo ufficiale è una divergenza nei sistemi di calcolo nel voto ponderato che avrebbe causato qualche problema nel determinare gli eletti dando maggiore peso elettorale ai comuni con amministrazioni in carica elette con l vecchio sistema a discapito di comuni con amministrazioni elette dopo la riforma.

“Il gruppo parlamentare del PD all’Ars – si legge in una nota – ha sostenuto la norma per il rinvio delle votazioni degli organismi di Liberi Consorzi di comuni e città Metropolitane per superare alcune incongruenze tecniche che avrebbero potuto falsare il risultato e fare annullare le elezioni. Nessuna paura di andare al voto, ma senso di responsabilità verso le istituzioni ed i cittadini”.

“Ancora una volta sull’altare degli interessi dei siciliani, e per beceri interessi di bottega, si sacrifica il diritto di partecipazione e di ricostituzione degli organi sovracomunali – dice il capogruppo di Forza Italia all’Ars Marco Falcone – . Dopo che PD, UDC e NCD hanno espropriato del diritto di voto i cittadini, con la soppressione del suffragio universale, ora hanno anche impedito, per la terza volta, l’espressione del voto ai consiglieri-sindaci dei comuni dell’Isola. Tutto ciò metterà a serio rischio ben 6 mila dipendenti provinciali, alcuni dei quali, come nelle province di Siracusa e di Enna, da mesi privi dello stipendio. A questo si aggiunge l’abbandono di servizi essenziali, quali la manutenzione della strade provinciali, divenute una vera e propria groviera, l’edilizia scolastica di secondo grado, in un vergognoso stato di abbandono, l’assistenza ai disabili. Ci troviamo di fronte ad un altro risultato eclatante del fallimento del Partito Democratico. Una situazione drammatica che ha tra i responsabili il presidente Ardizzone, che soffocando le procedure, ha dimostrato di non essere uomo super partes ma braccio armato di questa squinternata maggioranza”.

duri anche i 5 stelle “La maggioranza sequestra il destino dei siciliani perché lotta per gli strapuntini – dicono i deputati M5S Matteo Mangiacavallo, Salvatore Siragusa e Giancarlo Cancelleri -. Avrebbero mostrato più serietà e compostezza se avessero rinviato al 30 febbraio – aggiungono i deputati – tanto più se si considera che a determinare le sorti delle migliaia di lavoratori degli Enti in dismissione e dei servizi che erogano, sono deputati di partiti che rappresentano una assoluta minoranza dell’elettorato in Sicilia. Dai corridoi di Palazzo dei Normanni pare infatti che Sicilia Futura stia scatenando questa ennesima spaccatura nella maggioranza. Insomma ancora uno schiaffo alla rappresentatività del territorio e dei siciliani che sono costretti a subire gli umori e gli interessi di bottega di pochi deputati”.

“Il capogruppo di Sicilia Democratica ha delegittimato di fatto l’operato del suo stesso assessore Luisa Lantieri – sottolinea Giancarlo Cancelleri – con il risultato di fare impazzire ancora più quella maionese che in Sicilia sta creando il treno dei Renzi boys”.

Ma quella dei liberi consorzi non è l’unica elezione di secondo livello che agita il mondo della politica. L’altro grande tena è la scelta del presidente dell’Anci Sicilia. Nonostante la fronda dei sindaci Pd l’attuale presidente uscente con mandato già scaduto Leoluca Orlando è riuscito a far rinviare per tre volte l’elezione restando così in carica dopo la fine del mandato.

“Consideriamo molto grave la scelta di Leoluca Orlando che, con manovre da azzeccagarbugli – lo attacca il segretario regionale del Pd Fausto Raciti -, ancora una volta ha determinato il rinvio del congresso dell’Anci: è stata mortificata la volontà di oltre 250 sindaci siciliani che avevano chiesto di poter eleggere i nuovi organismi dell’associazione, e si continua ad utilizzare la presidenza dell’Anci non per andare incontro alle esigenze delle amministrazioni locali ma per motivi personali ed elettorali”.

Raciti ne approfitta per superare a sinistra tutti, comprese le correnti del suo stesso partito e indire le primarie per la scelta del candidato sindaco di Palermo: “E’ evidente che bisogna chiudere definitivamente con certe pratiche: per questo proporremo che il prossimo 22 gennaio, partendo da Palermo, si svolgano le primarie per la scelta dei candidati alla carica di sindaco. Nei prossimi giorni sarà avviato il percorso e saranno scritte le regole per individuare le candidature entro il 20 novembre”.