Elezioni europee sempre più vicine. Ecco un altro appuntamento con Talk Sicilia speciale elezioni nel quale vi presentiamo le idee che i candidati portano alle urne per consentirvi di scegliere chi più rappresenta la vostra visione di Europa. Oggi tocca al deputato regionale di Fratelli d’Italia Giusi Savarino candidata nel collegio isole.
Prima di entrare nel dettaglio delle idee d’europa, però, la prima questione da chiarire è interna al partito. Fratelli d’Italia è ancora un partito diviso, in Sicilia, fra meloniani e uomini e donne di Musumeci?
Abbiamo fatto la scelta di aderire a Fratelli d’Italia. Una scelta consapevole perché ci rivediamo nei valori e nei principi di Fratelli d’Italia. Ci riconosciamo nella leadership di Giorgia Meloni. Non ci sono più gruppi e correnti, fazioni o appartenenze. Siamo tutti dirigenti di Fratelli d’Italia. La mia candidatura è stata chiesta espressamente da Roma, non era nei miei programmi ma alle regionali sono stata la donna di Fratelli d’Italia più votata e allora hanno insistito perché mi cimentassi in questa campagna elettorale. Ho accettato con entusiasmo, non solo perché me lo chiedeva il primo partito d’Italia e Giorgia Meloni, ma perché voglio portare l’attenzione su un territorio che è quello della Sicilia occidentale: Palermo, Agrigento, la nostra parte di Sicilia che troppe volte è passata un po’ in sordina. Essere in questa competizione elettorale significa anche dare voce a questa parte di territorio.
Come può un deputato eletto in Europa incidere sulle politiche europee?
Non fa le leggi ma le condiziona. L’anno scorso in finanziaria siamo riusciti a fare passare una norma scritta da noi di Fratelli d’Italia a cui tenevamo particolarmente, il fondo per la prima casa: 40mila euro a fondo perduto alle coppie che ristrutturano la loro prima casa, dando priorità a chi ha residenza o sposta residenza nei Comuni sotto soglia nelle aree interne e nelle aree montane. Questa norma è stata bloccata a Bruxelles perché ritenevano che non fosse una misura che poteva essere coperta da fondi europei. Un’assurdità dire di no a una legge come la nostra che rappresentava un aiuto alle famiglie e al ripopolamento delle aree interne. Quindi l’Europa non fa leggi ma incide sulle nostre scelte.
L’Europa è percepita come molto lontana, come una matrigna. Cosa si può fare cambiare questa idea?
Bisogna cambiare l’Europa perché è vero che è matrigna. Matrigna con gli agricoltori, gli allevatori, i pescatori. Matrigna perché la marineria di Licata, Sciacca, Porto Empedocle, di Mazara, di Porticello è costretta a calare delle reti con delle maglie talmente larghe, imposte dall’Europa, che quando le tirano su non resta niente. O pensiamo agli agricoltori, considerati degli inquinatori, così come gli allevatori tartassati da controlli e sanzioni. Giorgia Meloni e Fratelli d’Italia pretendono che venga imposto il principio di reciprocità: far entrare nel mercato europeo prodotti extraeuropei a condizione che quei prodotti abbiano subito gli stessi controlli e le stesse sanzioni, le stesse attenzioni che tartassano oggi gli agricoltori siciliani, gli agricoltori italiani.
La questione mediterranea, non solo sul tema migrazioni, sembra essere uscita dall’agenda europea
Non è facile trovare un modo per compensare un controllo delle frontiere, ma dobbiamo cercare di dare anche una mano a tanti disperati. Secondo me la soluzione ideale è quella che è stata individuata dal governo Meloni nel piano Mattei.
Non è soltanto questione di migrazioni, è una questione anche di rapporti politici e commerciali
Esattamente quello che si sta facendo in questi mesi di di governo, non è facile perché alcuni Paesi hanno fibrillazioni interne e non vivono una situazione politica serena, però l’Italia deve fare questo e questo sta facendo Giorgia Meloni. In questo momento siamo all’opposizione rispetto alla Commissione europea e a Bruxelles, ma domani tutto questo potrebbe cambiare, quindi noi vogliamo avere più forza nell’incidere rispetto a queste nostre priorità: la difesa dei nostri confini, lo sviluppo del Piano Mattei, aiutare i nostri agricoltori, allevatori e pescatori. Politiche che lascino allo Stato e alle Regioni la libertà di scegliere come applicare alcune direttrici, il famoso principio di sussidiarietà verticale che abbiamo dimenticato. Un principio che abbiamo creato noi in Sicilia perché viene da don Sturzo. I primi a parlare di sussidiarietà siamo stati noi siciliani, quindi è nella nostra natura ed è giusto che questo venga applicato fino in fondo perché le scelte devono essere prese il più vicino possibile ai cittadini, dove è più facile conoscerle e comprenderle.
L’Europa si ritrova ad avere due guerre dietro casa propria
Serve l’autorevolezza di leader che abbiano la capacità di mediare. Leader autorevoli che possano portare a mediazioni di pace. Certo l’Ucraina sta subendo ed è giusto che in questo momento venga aiutata, ma non è l’unico luogo di guerra in questo momento: abbiamo visto la tragedia che sta succedendo a Gaza che è successo prima in Israele. La verità è che in questo momento basta poco perché scoppi veramente la terza guerra mondiale. Bisogna affidarsi a gente che abbia l’autorevolezza e la capacità di costruire soluzioni di pace. E a questo noi ci dobbiamo affidare.
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