“Rifiuti: l’emergenza isolana che va di moda in questa stagione. Ma delle caratteristiche dell’emergenza non ha un bel niente, visto che è una situazione che si protrae da anni sempre allo stesso modo. Come al solito allarme rosso in piena zona Cesarini”.

Lo scrive su Facebook il sottosegretario dell’Istruzione Davide Faraone portando il secondo attacco di fila alla Sicilia all’indomani dell’annuncio di un possibile commissariamento della Formazione: “Bisogna intervenire in maniera chiara, coraggiosa e nell’interesse dei cittadini. Il governo nazionale è dalla parte della Sicilia, è pronto a fare la sua parte, anche questa volta, ma vanno messe in campo riforme serie e strutturali. Niente galleggiamenti. Qui i cittadini pagano tanto, per avere un servizio pessimo”.

“Nella nostra isola spesso si preferisce mantenere tutto com’è – continua -. Il progresso e l’efficienza fermati da parole totem e pregiudizi ideologici. Quindi urla di protesta contro impianti tecnologici a zero emissioni, la normalità altrove mentre qui da noi immagine concreta del male assoluto. Le vere lotte dovremmo farle contro le discariche, fuorilegge in tutti gli altri paesi dell’Unione e da noi ancora in voga e anzi strumento quasi esclusivo di smaltimento dei rifiuti. Dovremmo farle contro l’incapacità di investire sulla raccolta differenziata, fermi come siamo a percentuali ridicole, quando dovremmo stare al 65%. Dovremmo farle contro l’ennesimo carrozzone mangiasoldi, 27 Ambiti territoriali ottimali, salvaguardati per garantire poltrone ai soliti noti”.

“Risolvere l’emergenza rifiuti in Sicilia vuol dire non più 27 Ato – aggiunge Faraone – ma uno soltanto che regola e controlla il servizio dei rifiuti. Un ente che, in coerenza con la normativa comunitaria, affidi il servizio o tramite l’esternalizzazione o tramite l’affidamento in-house o ancora costituendo società mista”.

“Vuol dire rendere efficiente il sistema, eliminando gli sprechi, attraverso una riforma della governance: all’interno di questo unico ente di governo solo i sindaci, quindi nessun compenso aggiuntivo. Niente poltrone e gettoni di presenza. Vuol dire un modello che si occupi dei lavoratori, prevedendo un albo unico, al quale si accede per merito non per conoscenza”.

“Vuol dire eliminare i cassonetti, potenziare la differenziata, dire sì a impianti altamente tecnologici a zero emissioni (esattamente in linea con quanto sta facendo il governo nazionale con lo Sblocca Italia), aumentare le isole ecologiche e incentivare con dei bonus che contribuiscano a ridurre le tasse comunali”.

“Il governo nazionale – conclude – non si tira indietro e sarà a fianco della Sicilia per sostenerla in questo cammino. Ma le scelte vanno fatte, con responsabilità e coraggio, cambiando radicalmente un’impostazione che fino ad oggi ha danneggiato la Sicilia e i siciliani”.

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