“Ero in uno stato emotivo di soggezione. Non ero lucida ed ero emotivamente dipendente dalla preghiera perché all’inizio mi faceva stare meglio. Mi rendevo conto che quello che faceva padre Anello non era giusto, ma non riuscivo a non andare agli appuntamenti”.
Così una delle vittime di padre Salvatore Anello, frate ed esorcista arrestato per violenza sessuale, ha raccontato le avances subite dal sacerdote a cui, in un periodo di fragilità emotiva, si era rivolta.
La donna ha deposto al processo in cui Anello è imputato. Il frate finì in cella insieme a un colonnello dell’esercito, Salvatore Muratore, animatore della comunità “Rinnovamento dello spirito santo” a cui vengono contestati gli stessi reati.
Il militare, però, ha scelto il rito abbreviato. La teste ha ricordato come aveva iniziato a frequentare il frate Cappuccino e come, presto, il rapporto era diventato ambiguo. Il prete aveva cominciato a farle delle avances durante la preghiera e a toccarla.
Stesso trattamento avrebbe riservato alla figlia minorenne della donna che aveva problemi di salute. La ragazza, insieme ad altre vittime minori, è già stata sentita in incidente probatorio. Analogo il racconto dell’altra vittima del frate sentita oggi dai giudici che processano Anello.
L’accusa in giudizio è sostenuta dalla pm Giorgia Righi. Il religioso teneva incontri di preghiera per ottenere la “guarigione e liberazione dai demoni” e avrebbe abusato di donne in difficoltà e con problemi psicologici col pretesto di sottoporle ad esorcismi.
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