Mentre Governo Nazionale e Governo Nazionale si rimpallano responsabilità e competenze, Città Metropolitane e Liberi Consorzi sono sempre più vicine all’orlo del baratro.

“Noi non abbiamo elementi certi per confermare quanto affermato dall’assessore regionale Gaetano Armao  – dicono Giuseppe Badagliacca segretario regionale del Csa e Santino Paladino dipartimento ex Province – che ha definito una bufala i 300 milioni di Roma, ma possiamo affermare, e lo abbiamo fatto anche in occasione della prima riunione dell’Osservatorio dell’era Musumeci (Dicembre 2017), che da 3 anni i conti sugli stanziamenti regionali non ci tornano!

Nel DPCM 10/3/2017, con cui venivano riconosciuti contributi alle province delle altre regioni, si leggeva infatti testualmente “Considerato l’impegno della Regione Siciliana a riconoscere ai liberi consorzi del proprio territorio un contributo annuo aggiuntivo di 70 milioni di euro rispetto a quelli riconosciuti nell’anno 2016, quale sostegno al concorso alla finanza pubblica da parte dei medesimi enti”.

Il riferimento era evidentemente agli accordi attraverso i quali lo Stato aveva riconosciuto le somme da destinare a tali finalità ed escludeva pertanto la Sicilia dalle regioni cui erogare il contributo riconosciuto invece alle altre regioni.

“Fatti quattro conti (le somme del 2016 ammontavano, come dai dati resi pubblici dalla Corte dei Conti, ad  113.851.735,19 euro dal 2017 il contributo della Regione per le ex province avrebbe dovuto assestarsi a circa 183 milioni di euro a fronte dei 112 in effetti erogati- aggiungono Badagliacca e Saladino – Sono 70 milioni che avrebbero potuto rappresentare un buon viatico per evitare le secche in cui oggi gli enti si ritrovano.

Il Csa ribadisce pertanto la richiesta alla Regione di iniziare a risolvere i problemi in casa propria per poi sedersi ai “tavoli” con il Governo Nazionale vantando una posizione più forte dell’attuale”.