Quattro milioni e 207 mila italiani davanti alla tv per seguire Falcone e Borsellino, la diretta da Palermo che ha impegnato inmaniera consistente ed economicamente onerosa la televisione pubblica. Quanto sia costata questa lunga diretta per preparare la quale a Palermo siano arrivati a decine già due settimane prima non è ancora dato saperlo ma che si tratti di centinaia di migliaia di euro è chiarissimo.
La sfida lanciata da Rai 1 a colpi di personaggi, attoroni, produzioni ed emozioni è stata vinta sul fronte degli ascolti anche se la grande produzione non ha neanche sfiorato lo strapotere della fascia precedente di Rai 1. L’Eredità, sia pure con meno pubblica davanti alla tv per effetto dell’orario, ha stravinto la giornata con una share che supera una volta e mezzo quello di Falcone e Borsellino (27,03% con oltre 4 milioni di telespettatori. Pubblico simile per quantità ma oltre un quarto di tutto il pubblico davanti alla tv).
Analizzati i dati c’è da ricordare che la Rai è comunque servizio pubblico e produzioni come quella di ieri sera prescindono dai dati di ascolto. Servono a fare memoria, ricordare le vittime, costruire le coscienze, spiegare ai nostri figli il sacrificio diquegli eroi, le persone, le vicende, i contesti, l’epoca che noi abbiamo vissuto ma non loro.
La memoria va coltivata, la memoria deve anche essere ricostruita per chi non c’era. Ottima idea quella delle riscostruzioni parzialmente romanzate per non scadere nel noiso tono da documentario che non avrebbe tenuto davanti alla tv i giovani e giovanissimi. Non basta la scuola e non bastano le navi della legalità. Serve anche questo.
Ma all’indomani della grande sfida Rai nel venticinquennale della strage le opinioni dei siciliani sono altalenanti. C’è chi plaude all’iniziativa e alla sua realizzazione parlando di un grande presentatore (Fazio?!) e di un evento emozionale ed emozionate per scuote le coscienze; chi, invece, e sono soprattutto gli addetti ai lavori e le persone impegnate in prima linea nell’informazione, nella tv, con il volontariato della legalità, ha visto spolo una ricostruzione di plastica, patinata, costosta, poco fedele ai fatti noti e infarcita del pensiero anche politico degli autori.
Si parla di comparse pagate 40 euro a testa per riempire le aree intorno al palco ed evitare contestatori in diretta, solo applausi. Ma a prescindere da questa eventuale accortezza della quale non c’è ancora conferma ufficiale così come non si conoscono i compensi di tutti i protagonisti e la spesa generale del programma (una interrogazione parlamentare in Commisisone di vigilanza Rai sarebbe quantomeno auspicabile perchè chi paga il canone ha diritto di sapere come vengono spesi i suoi soldi), c’è tanto da dire sul programma in se. Senza parlare dei singoli conduttori o co-conduttori, o dei singoli attori impegnati, non è sfuggito a tanti che le performance non sono sempre state all’altezza della situazione. Citazioni spesso romanzate (se non alemno parzialmente errate), vicende ricostruite più per lo spettacolo che per la storia, dettagli senza conferma iseriti qui e lì. E poi opinioni. Tante opinioni personali, veri e propri endorsement a favore di candidati di schieramenti precisi, antimafia naturalmente. Certo riconoscibili solo a chi vive il territorio. ma qui a Palermo si vota fra 20 giorni e non si tratta di un dettaglio.
E non c’è neanche da scagliarsi contro la Rai se non per le spese e il mancato controllo. I candidati in questione non sono neanche espressione dell’area che oggi rappresenta la maggioranza in parlamento e dentro la Rai.
Ma un merito certamente va riconosciuto, anzi più di uno. Innanzitutto il merito dia ver fattoq ualcosa quando in passatpo non si era fatto nulla o quasi. E il merito di aver dato la voce a chi, parente delle vittime, ha detto chiaramente che la verità non ce l’hanno ancora raccontata, non la conosciamo. Anche se queste parole di denuncia e di buon senso cozzavano con quanto lo stesso programma aveva appena raccontato in modo alquanto dozzinale.
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