Si è tenuto ieri, mercoledì 5 novembre, un vertice tecnico-operativo presso la sede dell’Ente Parco delle Madonie. Alla riunione, convocata per fare il punto sull’emergenza ungulati, hanno partecipato le principali Autorità sanitarie, di vigilanza e tutela del territorio.
Al centro dell’incontro, l’attuazione dei Piani di gestione di daini e cinghiali: strumenti chiave per contenere la fauna selvatica, tutelare la biodiversità e difendere le attività agricole dai danni sempre più frequenti, oltre a ridurre i rischi per la salute pubblica.
Presenti alla riunione i membri del Comitato esecutivo dell’Ente Parco, tra cui Marcello Catanzaro (sindaco di Isnello), Ciro Pedrotti (Ispettore del Corpo Forestale di Palermo), Alessandro Cilibrasi (vicesindaco di Petralia Sottana), Egidio Mallia (referente tecnico scientifico), oltre a esperti dell’ASP Palermo, del Dipartimento Sviluppo Rurale, dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale e del Corpo Forestale. A sottolineare l’importanza dell’incontro, anche rappresentanti del mondo scolastico, veterinario e produttivo del territorio madonita. L’obiettivo dell’incontro era duplice: affrontare il crescente numero di capi abbattuti e rafforzare la pianificazione delle fasi operative previste dai Piani di gestione. “L’incontro si è reso necessario per far fronte al progressivo incremento del numero di capi rimossi, condividendo le strategie da mettere in atto per assicurare una pianificazione ottimale e graduale delle fasi attuative previste dai Piani di gestione e l’adozione di procedure uniformi e tecnicamente fondate dal punto di vista normativo”.
Gestione delle carni abbattute: verso protocolli unificati e tracciabili
Ampio spazio è stato dedicato all’analisi delle procedure sanitarie legate alla gestione dei capi abbattuti, con l’obiettivo di garantire il rispetto delle normative igienico-sanitarie e di sicurezza alimentare. È stata esaminata anche la possibilità di estendere le destinazioni delle carni – oltre all’autoconsumo e al carnaio – alla cessione a fini alimentari. Un’opzione che richiede tracciabilità e percorsi controllati, ma che potrebbe trasformarsi in una risorsa sostenibile per il territorio.
“Tale percorso risulta indispensabile per far fronte al progressivo aumento del numero di capi da rimuovere previsto dai Piani di gestione, che l’Ente dovrà garantire con il massimo impegno ai fini del raggiungimento degli obiettivi di conservazione della biodiversità, mission principale dell’Ente.”
Durante l’incontro è stata confermata la piena conformità agli standard normativi e una forte condivisione delle strategie operative da parte di tutte le istituzioni coinvolte. È stato inoltre deciso di procedere con l’applicazione dei protocolli già predisposti, al fine di perfezionare tracciabilità, sicurezza e valorizzazione delle carni, in linea con le disposizioni regionali, nazionali ed europee.
A chiudere i lavori, il Commissario Straordinario Salvatore Caltagirone che ha sottolineato il valore del confronto: “L’incontro di ieri è stato un utilissimo momento di confronto fra i soggetti impegnati nella gestione della fauna selvatica per affinare, ancor di più, tecniche, procedure e strategie che devono trovare la condivisione e la sinergia per raggiungere gli obiettivi e le finalità, di tutela degli ecosistemi, delle attività umane e della sicurezza pubblica, nel pieno rispetto della legge e di tutte le componenti del territorio madonita”.






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