Altri 31 milioni per la formazione professionale in Sicilia e la convocazione, da parte dell’Assessore Marziano, di tutte le parti politiche per condividere i prossimi sviluppi ed i correttivi che il governo regionale desidera portare al  piano che dovrebbe partire ormai a Gennaio.

Queste sono le notizie emerse oggi sul Giornale di Sicilia che sempre più spesso sembra il canale di comunicazione privilegiato da parte dell’Assessore in carica alla Formazione.

Aumentano le risorse diponibili quindi e si ricercano garanzie affinchè il bacino dei dipendenti dei vecchi enti di formazione possano trovare collocazione all’interno dei vecchi e nuovi enti che saranno responsabili della spesa delle risorse comunitarie in gioco. Saranno un totale di 330 milioni di euro da spendere in un solo anno e sarebbero stati sufficienti per avviare a lavoro circa 60 mila giovani siciliani se fossero stati spesi attraverso borse incentivanti, aiuti all’assunzione per le imprese siciliane che ne hanno bisogno e misure diverse dalla formazione tradizionale che trovano comunue applicazione in regioni più evolute della Sicilia, anche in quelle autonome.

Si allarga invece la disponibilità delle risorse disponibili e l’Assessore convoca tutte le parti politiche per condividere la responsabilità, almeno quella politica, delle scelte che sta operando per salvare la baracca, e spendere nell’interesse della politica governativa e non solo, le congrue risorse che la Comunità Europea attraverso il Fondo Sociale rende disponibili.

Le trattative sono quindi in dirittura di arrivo e si prevede adesso che, smarcatosi dal rischio di una crisi di governo regionale post referendum, l’Assessore possa andare spedito verso la pubblicazione di una gradutaoria, annunciata per la fine di novembre e poi mai pubblicata,  che ha già fatto discutere nella sua prima stesura e, c’è da scommetterci, farà discutere ulteriormente nella sua stesura definitiva che tenderà ad accontentare tutti tranne gli utenti potenziali dei servizi formativi, i giovani disoccupati, che dovranno confrontarsi con una offerta modesta ed in molti casi anacronistica rispetto alle richeste autentiche del mercato del lavoro siciliano.

Ma la prossiima stagione è quella delle elezioni regionali. Poco importa quindi se nemmeno la burocrazia funziona, se l’Assessorato alla Formazione lavora soltanto per difendersi dai decreti ingiuntivi dei creditori, se non c’è nulla che sia in grado di gestire e che sia tutto bloccato dai vecchi rendiconti ai pagamenti nei confronti degli enti che ne hanno diritto.
Poco importa se le procedue per l’accreditamento degli enti formativi sono diventate nebulose, poco trasparenti e per nulla in linea con l’ambizione di riformare e ripulire il settore sbandierata dal governo Crocetta dal primo minuto del suo insediamento.
Arriveranno i soldi e le assunzioni di nuovo personale insieme al salvataggio di quello storico: è tutto quello che serve. Serve alla politica che si appresta a difendere il fortino in vista della prossime elezioni in cui sarà pure ridotto il numero dei parlamentari ammessi in assemblea regionale che passeranno dai 90 attuali a 70 deputati.

 

 

 

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