La carreggiata del viadotto Himera rimasta in piedi dopo la frana di Caltavuturo dello scorso anno poteva essere riaperta un anno fa. Lo sosteneva il 15 luglio scorso, in una video intervista, il professore Vincenzo Liguori, docente della facoltà di ingegneria di Palermo. E l’argomento torna d’attualità grazie alla visita del Premier Matteo Renzi che nel primo programma del suo sabato in Sicilia aveva inserito anche l’inaugurazione di quella strada che solo domani riaprirà a un anno dal cedimento del ‘viadotto gemello’. una inaugurazione alla quale il Premier potrebbe non esserci dopo l’esplodere delle polemiche.

Secondo il professore ascoltato a luglio dai 5 stelle “andava consolidato il movimento franoso prima dei lavori e verificata la staticità della carreggiata ‘sana’ che, forse, poteva essere riaperta subito”. E invece, pochi mesi dopo l’inaugurazione della bretella sostitutiva, la carreggiata dovrebbe essere varata sabato prossimo dal presidente del Consiglio Matteo Renzi in persona.

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Sempre secondo Liguori, docente di Geologia applicata del dipartimento di Ingegneria civile ambientale e aerospaziale, scuola politecnica dell’Università di Palermo, era stata la sottovalutazione della frana del 2005 (una frana ancora attiva) a causare tutto i danni fin qui riscontrati.

Per Liguori le priorità per i lavori dovevano essere due: il consolidamento della frana del 2005, con la pulitura dell’alveo dell’Himera e la verifica statica della carreggiata Catania – Palermo, che se percorribile, avrebbe evitato la costruzione della “bretella”, con notevoli risparmi.

in questo senso effettuare una prova di staticità della carreggiata Catania-Palermo, “avrebbe forse consentito di riaprire immediatamente in doppio senso di circolazione una carreggiata dell’autostrada e reso inutile il ricorso alla costosa bretella”. Si sarebbe quindi potuto evitare di costruire la bretella (inaugurata nel novembre scorso e costata oltre un milione di euro).

Eppure, raccintava il professore, l’Università di Palermo e l’Ordine degli ingegneri di Palermo, si erano messi subito a disposizione per effettuare queste verifiche: “Ma nessuno ci ha ascoltato”.

Liguori era stato critico anche sulla bocciatura, da parte del commissario straordinario Guardabassi, nominato dal ministero delle Infrastrutture per risolvere l’ ‘emergenza Himera’, dell’idea progettuale per una bretella da realizzare sull’altro versante (meno interessato dal fenomeno franoso) messa in campo dai deputati nazionali del Movimento 5 Stelle (in collaborazione con alcuni professionisti del meetup di Caltanissetta) che miravano a coinvolgere nell’operazione il Genio militare, a cui sarebbe stata demandata anche la collocazione di un ponte “Bailey” a doppia campata su una strada esistente (la Lodigiani).

“Non ci spieghiamo il motivo – diceva il docente palermitano  – poiché prevedeva l’utilizzazione di una pista già esistente, la strada Lodigiani, che tra l’altro è di proprietà dell’Anas. Questa strada, che era stata realizzata in occasione del cantiere che portò alla costruzione dell’autostrada, sarebbe stata già pronta all’uso con una minima manutenzione. Perché non prenderla in considerazione? Perché non fare un rapido calcolo del rapporto costi-benefici tra le alternative progettuali? L’intervento del Genio militare, tra l’altro, avrebbe ridotto notevolmente i tempi. Perché scartarlo? Mistero”.

Anche la“scorciatoia” di Caltavuturo, finanziata dai fondi del gruppo parlamentare del Movimento 5 Stelle all’Ars, aveva trovato l’approvazione di Liguori: “La strada è solo temporanea e va vista nell’ottica di alleviare enormemente i disagi alla popolazione. Inoltre essa assicura una indispensabile e preziosissima via di fuga agli abitanti del paese di Caltavuturo”.

E domani Matteo Renzi riaprirà una carreggiata che, forse, poteva essere restituita, seppure parzialmente, al traffico automobilistico un anno fa, riducendo i tantissimi disagi causati ai cittadini siciliani e i danni causati all’economia dell’Isola. ma forse, alla luce delle polemiche e dai cambiamenti di programma, Renzi non ci sarà a quella inaugurazione che, comunque, si farà lo stesso

 

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