“Targa Florio. Le Madonie e la gara più bella”, libro di Francesco Terracina, appena uscito per i tipi di Laterza, è un incontro tra motori e dunque futuro e campagna in quanto cultura contadina: due realtà dicotomiche che non hanno paura di avvicinarsi, nonostante lo scetticismo iniziale. Successivamente, mosse dall’interesse e dalla curiosità, si lasciano travolgere dall’inizio di una nuova era.

Un libro di storia, cucito attorno alla corsa automobilistica più antica al mondo, nata nel 1906 per volere di Vincenzo Florio, rampollo della grande famiglia di armatori. E’ questo il libro di Francesco Terracina, “Targa Florio. Le Madonie e la gara più bella”.

Così, parallelamente all’evento sportivo, scorrono le vicende politiche, le trasformazioni sociali della Sicilia e di quei luoghi, nell’arco di oltre un secolo. Le Madonie, fecondo luogo della natura, con il più alto tasso di biodiversità in Europa, sono anche il posto dove Florio porta le automobili, la punta avanzata dei successi tecnici e scientifici dell’inizio del Novecento.

La gara ha consentito che un’area agricola, dominata da un’economia feudale, venisse alla ribalta mondiale delle cronache sportive e mondane e che in qualche modo “inventasse” un luogo che dal mare alla montagna custodisce straordinarie bellezze e tradizioni.

Il libro racconta la grande epopea della Targa Florio e, sullo sfondo delle memorabili sfide sportive, indaga le trasformazioni di un territorio che in occasione della gara accoglieva oltre mezzo milione di appassionati, più del doppio della popolazione residente, e ospitava la stampa di tutto il mondo che si precipitava in Sicilia per seguire i più importanti campioni di ogni epoca: da Varzi a Nuvolari, da Fangio a Siffert, da Merzario a Vaccarella.

La ricostruzione di quell’epoca non trascura aneddoti e personaggi finora rimasti ai margini della storia ufficiale, analizza errori e intrighi politici e accende una luce sulle prospettive di un luogo ricco di primati, non solo sportivi, talmente composito e affascinante da poter essere sempre reinventato.

Vincenzo Florio, anche lui pilota temerario e uomo dedito all’avventura, che coglie con largo anticipo le trasformazioni dell’era della velocità ed ha l’audacia di sfidare i tentativi di autoconservazione di una civiltà assestata da secoli, quella dei feudi e delle grandi proprietà terriere. E oggi? Ed è proprio dal presente che parte questo affascinante racconto.