Una giornata con l’elicottero sopra le teste dei palermitani. Come in un film, tre giovani detenuti sono riusciti ad evadere dal carcere Malaspina di Palermo. Una struttura con pochissimo personale e, come si è visto, tutt’altro che inespugnabile, come più volte denunciato dai sindacati.
Per tutto il giorno carabinieri e polizia sono stati impegnati nelle ricerche. A violare i sistemi di sicurezza dell’istituto di via Principe di Palagonia sono stati tre stranieri di origini africane: un ivoriano, un tunisino e un marocchino (il primo nato nel 2008, gli altri nel 2007), riusciti a segare le sbarre della cella, a raggiungere un cortile esterno che dà su via Cilea e a calarsi all’esterno con una fune realizzata annodando le lenzuola. Due hanno precedenti per rapina, un altro per spaccio. Sono stati poi ripresi, due quasi subito, il terzo in serata.
Una fuga in grande stile dalla struttura penitenziaria, dove già in passato erano avvenute altre evasioni. La polizia penitenziaria, dopo essersi accorta dell’assenza dei tre e avere ricostruito il percorso per scappare, ha lanciato l’allarme.
Nelle operazioni di ricerca sono stati impiegati carabinieri e poliziotti, che hanno battuto in lungo e in largo la città. Il primo a essere individuato è stato il ragazzo della Costa d’Avorio, intercettato dagli agenti della questura in piazzale Giotto, non lontano dal carcere. Alcune ore dopo, i militari hanno acciuffato un secondo fuggitivo, il marocchino (recluso per rapina e resistenza, trasferito in città da Reggio Calabria, dove in passato avrebbe preso parte a una rivolta), nella zona tra il Policlinico e Ballarò. Alla vista dei carabinieri aveva provato a nascondersi dentro un cassonetto dei rifiuti. Nel tardo pomeriggio nella zona di corso Tukory è stato bloccato anche il terzo evaso.
Sui quartieri vicini alla stazione centrale l’elicottero della questura è stato in volo per ore, spostandosi di tanto in tanto tra via Oreto e la Kalsa. Agli avventori del mercato e ai frequentatori del centro storico non è passato inosservato il viavai di pattuglie e motociclisti in borghese, impegnati in frenetiche conversazioni con le centrali operative. Sotto osservazione anche stazioni ferroviarie, il porto e i terminal dei bus.
Ma al suo ritorno in carcere, il primo dei ragazzi catturati sarebbe andato in escandescenze, appiccando un incendio per protesta e iniziando ad inveire contro gli agenti penitenziari. Non solo. Avrebbe anche tirato suppellettili contro le guardie e si sarebbe procurato diverse ferite con oggetti taglienti. Un comportamento che la dice lunga su quanto sia esplosiva la situazione nel carcere minorile, dove gli episodi violenti non sono rari. Nel corso delle ricerche uno dei ragazzi era stato avvistato dagli agenti della polizia municipale che avevano dato la loro disponibilità alla caccia.
Le indagini si concentrano su come i tre siano riusciti ad aprirsi un varco e a guadagnare la fuga. Ieri la vicenda è stata seguita dal procuratore per i minorenni Claudia Caramanna, che si è tenuta in contatto con investigatori e polizia penitenziaria. In una nota il sindacato Sappe ha spiegato che l’evasione è avvenuta intorno alle 10,15, quando i tre minorenni hanno messo in atto il piano per fuggire, ha affermato Calogero Navarra, segretario per la Sicilia del Sindacato autonomo polizia penitenziaria. Il leader nazionale dell’organizzazione, Donato Capece, nel commentare con preoccupazione la vicenda, afferma: «Adesso basta veramente, siamo pronti a manifestare in tutta la regione, attuando tutte le legittime forme di protesta. Chiediamo pubblicamente che chi di dovere tenga in considerazione le criticità del personale di polizia penitenziaria che lavora nelle carceri dell’Isola».
Da mesi l’istituto di via Malaspina vive momenti critici a causa di liti, proteste dei detenuti e incendi nelle celle. Nel carcere minorile non sono mancate anche le evasioni. Poco meno di due anni fa altri due ragazzini reclusi nella struttura di via Principe di Palagonia erano riusciti a scappare usando lo stesso metodo messo in atto ieri. Poche ore dopo anche loro erano stati intercettati alla stazione Notarbartolo e ricondotti in cella.






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