Si terrà il prossimo 12 maggio l’udienza preliminare per stabilire se rinviare a giudizio o meno le 51 persone coinvolte, a vario titolo, nell’indagine che ha riguardato l’ex ATO “Alto Belice Ambiente”. L’ipotesi al centro dell’impianto accusatorio formulato dal Sostituto Procuratore Enrico Bologna sarebbe quella di una organizzazione criminale operativa già dal 2010, che avrebbe coinvolto una parte del personale operativo impiegato nel comune di Monreale. Si tratta essenzialmente di 46 dei 277 ex dipendenti dell’ABA SPA.

L’indagine aveva riguardato in una prima fase anche il sindaco di Monreale, Piero Capizzi, poi prosciolto. Al vertice dell’organizzazione ci sarebbe, secondo gli inquirenti, Giuseppe Pupella, caposquadra degli autisti degli autocompattatori e degli addetti allo spazzamento.

Pupella, con la collaborazione dalla compagna Eleonora Alfano, responsabile del servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti solidi urbani, avrebbe tracciato un organigramma ben preciso, individuando il ruolo specifico assunto dai singoli sodali.

C’era chi era dedito al furto di carburante dai serbatoi dei mezzi, chi aveva il compito di compilare le cedole di rifornimento false presso il distributore di carburante, chi doveva attivarsi per eludere eventuali investigazioni nei confronti dei compagni, chi aveva l’incombenza di reclutare altri colleghi, chi, infine, aveva l’incarico di smaltire in modo illecito i rifiuti pericolosi per conto dei privati corruttori. Anche gli autisti e gli operatori ecologici più restii ad entrare nel sistema sarebbero stati adeguatamente “invitati”.

Dalle indagini emerge che alcuni colleghi degli indagati non avrebbero accettato di entrare a far parte dell’organizzazione, e per questo avrebbero subito intimidazioni e minacce. Secondo gli inquirenti, i casi delle automobili bruciate a due dipendenti e delle gomme tagliate all’auto di un terzo andrebbero letti in tal senso. La filosofia “aziendale” si basava sulla necessità della compartecipazione di tutti all’attività illecita, per vincolarsi l’un l’altro ed evitare fughe di notizie.

Ma forti sospetti su comportamenti illeciti, tra i vertici dell’azienda, ci sarebbero comunque stati, tanto da spingere il commissario straordinario Roberto Terzo e Antonina Romano, coordinatrice operativa dell’ATO, ad avviare una indagine interna per verificare i reali consumi di carburante degli autocompattatori e le reali presenze dei dipendenti.

Alfano avrebbe sistematicamente omesso di comunicare ai suoi dirigenti gli ammanchi di carburante verificatisi, fornendo deliberatamente mendaci informazioni in seguito alle missive di sollecito indirizzatele dai suoi superiori. L’Alfano avrebbe inoltre omesso di comunicare ai suoi superiori le ripetute condotte assenteistiche dei colleghi, con i quali, per eludere eventuali controlli disposti dai superiori, avrebbe messo su un sistema di reciproci avvertimenti al fine di attestare falsamente nei fogli firma le presenze giornaliere.

C’è poi un capitolo delle indagini, ancora da definire, che riguarda lo smaltimento illegale dei rifiuti. Alcuni commercianti e imprenditori avrebbero pagato piccole somme di denaro per disfarsi di materiale di risulta.

Il Procuratore Enrico Bologna ha chiesto il rinvio a giudizio per 51 persone: Giuseppe Pupella, Eleonora Alfano, Vincenzo Minasola, Salvatore Di Salvo, Giuseppe Zimmardi, Francesco Vitanza, Santo Pipitone, Fabio Adimino, Benedetto Basile, Salvatore Patellaro, Salvatore Naimi, Massimo Giammona, Pietro Ferreri, Rosario Valenti, Calogero La Francesca, Fabrizio Alotta, Lorenzo Barella, Gaetano Bastone, Salvatore Bruno, Pietro Buongusto, Castrenze Campanella, Campanella Salvatore, Giuseppe Cangemi, Daniele Castelli, Benedetto D’Agostino, Marco Gennusa, Giovanni Gervasi, Vincenzo Mario Giacalone, Umberto Giurintano, Massimo Greco, Simone Greco, Roberto Greco, Vito Lipari, Vincenzo Lo Pinto, Giovanni Messina, Salvatore Messina, Achille Milazzo, Salvatore Minasola, Roberto Misseri, Umberto Orlando, Alfredo Pupella, Roberto Pupella, Salvatore Pupella, Girolamo Triolo, Agostino Mancuso, Emilio Salvatore Russi, Giovan Battista Segreto, Carlo Cassarà, Antonino Geraci, Alessandro Geraci, Benedetto Battaglia.

Nell’udienza del 12 maggio, dinanzi al GUP Fabrizio Molinari, la difesa potrà chiedere di affrontare l’udienza preliminare o di procedere con riti alternativi, come il patteggiamento o quello abbreviato.