L’inchiesta non si ferma e la fuga di notizie neanche. Le conseguenze sono ancora tutte da capire ma la battaglia è ancora in corso. La speranza era che l’anticipo della seduta in Parlamento servisse a spegnere l’incendio politico mediatico ma così non sembra che sarà. Almeno non oggi.

Uno stillicidio di notizie

Continua lo stillicidio di notizie sull’inchiesta per corruzione della procura di Palermo che ha coinvolto il Presidente dell’Ars Gaetano Galvagno e continuano anche le pubblicazioni di piccole frasi, modi di dire, intercettazioni che forniscono uno spaccato di spregiudicatezza politica più che di veri e propri reati.

Gli amici di Uomo 6

All’indomani delle dichiarazioni di Galvagno all’Ars l’attenzione si concentra su una figura senza nome: “Uomo 6”. Si tratta del personaggio sulla bocca di tutti i protagonisti delle intercettazioni.

Sono gli amici di “Uomo 6” gli intoccabili. Sono quelli che devono esserci per forza. Vale anche per Marianna Amato, l’esperta di Marketing che Marcella Cannariato avrebbe voluto escludere da un evento sulle donne organizzato dalla Fondazione Dragotto.

Di questo parlano i fratelli Galvagno con l’ormai ex portavoce Sabrina De Capitani senza sapere di essere intercettati in una ambientale. L’evento si fa per lei, per la Amato, e non la si può escludere perché è amica di “Uomo 6” ed è stata indicata da lui, è il tenore della conversazione.

Sulla bocca di tutti gli indagati

E’ solo un passaggio delle intercettazioni, un esempio. Ma “Uomo 6” viene nominato numerose volte ma non è mai presente in questa parte dell’inchiesta. Non sarebbe indagato perché l’indagine deve ancora risalire alla verità giudiziaria. La domanda che gli investigatori si pongo è di difficile risposta in questa fase: sono gli indagati a millantare l’intervento di “Uomo 6” o c’è davvero una influenza diretta, reale. Ma non basta. Bisogna anche capire se, eventualmente, questa influenza reale è lecita e solo di natura politica o può configurare un illecito.  I magistrati su questo non hanno ancora una convenzione come non ce l’hanno sul ruolo di altri uomini e donne intercettazioni e identificati solo con sigle analoghe.

Il fatto politico

Ma a prescindere dallo stillicidio di notizie resta il fatto politico. La polemica non si è fermata. Non è bastata la seduta, non è bastata neanche la presenza in aula durante quella seduta del Presidente della Regione Renato Schifani. Seduto dall’inizio alla fine ad ascoltare tutto e tutti ma senza proferire parole.

Schifani in aula ascolta ma non parla

“Quella di Schifani in aula è stata una inutile comparsata. Il suo silenzio sugli scandali politici che hanno travolto il centrodestra in Sicilia negli ultimi anni è imbarazzante. Il presidente della Regione Siciliana ha perso l’occasione di prendere la parola per dare un segnale politico su tutto quello che gli sta accadendo intorno. Quanti altri scandali di questa portata dovranno ancora scoppiare prima di sentire la sua voce?” si chiede il Vice Presidente dell’Ars e coordinatore 5 stelle in Sicilia Nuccio Di Paola.

Ma la scelta del governatore non è casuale. Come non lo è la sua presenza e nemmeno il suo attento silenzio