I giudici del Tar Lazio hanno accolto il ricorso presentato da due geometri del Comune di Belmonte Mezzagno che erano stati rimossi dopo le ispezioni prefettizie su possibili infiltrazioni mafiose degli organi elettivi.

Era il 2008 quando nel corso dell’operazione dei carabinieri Perseo erano finiti in carcere diversi esponenti della famiglia mafiosa a Palermo e provincia.

Da lì sono partite diverse indagini e tra i provvedimenti emessi era scattata la rimozione dei due dipendenti comunali dall’ufficio tecnico e la richiesta di licenziamento disciplinare per i fatti contestati.

I due geometri assistiti dall’avvocato Giuseppe Ribaudo hanno ribadito che erano estranei ogni forma di condizionamento dalle famiglie mafiose.

Secondo quanto ribadito nel ricorso non era stata commessa alcuna irregolarità né nell’appalto per la manutenzione straordinaria delle strade finanziata dalla Protezione Civile Regionale né nella gara per la manutenzione degli impianti termici e antincendio nei plessi scolastici comunali.

“Dall’esame delle contestazioni – si legge nella sentenza – non emerge un collegamento e un condizionamento tra i due ricorrenti e gli esponenti delle famiglie mafiose operanti sul territorio comunale, ad esempio, in frequentazioni, incontri, telefonate”.