Era finita in un incubo. Una relazione nata per bisogno di affetto e trasformata presto in un rapporto tossico con tanto di gioco dell’orrore conosciuto come Blue Whale Challenge. Prove che la vittima doveva fare per piacere al suo carnefice.

Una ragazzina di 13 anni del messinese aveva iniziato una relazione con un ragazzo di 15 anni del palermitano. Si erano conosciuti grazie a un’amica. Sembrava una storia d’amore tra adolescenti e invece poi è diventata in un inferno.

Il giovane pretendeva atti di autolesionismo procurati con alcune lamette che la ragazzina teneva nascoste nell’astuccio e le password di tutti i social. La minorenne, figlia di genitori separati, bravissima a scuola iniziò a vivere un periodo di depressione. Inizialmente non era riuscita a confidarsi con la madre e aveva raccontato di quel rapporto tormentato solo ad una cugina.

I due ragazzini dopo un rapporto virtuale si erano pure incontrati. La madre iniziò a sospettare che qualcosa avesse turbato la vita della sua piccola. Nel corso di un confronto ha avuto le risposte. La ragazzina ha raccontato di avere iniziato una relazione on line. Che si era procurata dei tagli con le lamette come richiesto dal fidanzato.

E aveva anche prodotto dei filmati che aveva inviato al ragazzo. La mamma assistita dall’avvocato Francesco Rizzo ha presentato denuncia ai carabinieri.
In una prima fare la procura per i minorenni di Palermo a cui erano stati trasmessi gli atti aveva presentato richiesta di archiviazione.

La famiglia si era opposta e il gip del tribunale per i minorenni Alessandra Puglisi ha disposto l’imputazione coatta del ragazzino. Dopo un periodo di messa alla prova nel quale il minore ha seguito dei corsi dell’associazione Libera e ha preso parte a corsi di formazione il gup del tribunale per i minorenni ha pronunciato la sentenza di non luogo a procedere per il buon esito della messa alla prova anche perché in tutti questi mesi il ragazzo non ha più avuto rapporti con l’ex fidanzatina.

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