In occasione della “Giornata internazionale contro la violenza sulle donne”, la Polizia di Stato celebra il suo impegno instancabile sul tema della prevenzione al fenomeno del femminicidio e, più in generale, della violenza sulle donne.
Anche in occasione dell’anniversario del 2020, seppur sia stato questo un anno caratterizzato da diverse emergenze legate alla gestione della pandemia, la Questura di Palermo non ha tralasciato di avviare e promuovere iniziative per richiamare l’attenzione dell’opinione pubblica su un fenomeno che non ammette guardie abbassate.
Tra le più significative, l’organizzazione di alcune videoconferenze su piattaforma Web con funzionari della Questura e con operatori di un centro antiviolenza cittadino, particolarmente attivo sul fronte del supporto alle donne vittime di violenza domestica, cui hanno partecipato gli studenti del liceo cittadino “Galileo Galilei”; ancora, la produzione di materiale informativo sul fenomeno della violenza di genere, in previsione di una sua distribuzione alle scolaresche cittadine.
Sul fronte dei contributi concreti che la Questura ha voluto offrire alla cittadinanza, a distanza di solo un anno dall’inaugurazione della “Stanza di Aurora” all’interno della Divisione della Polizia Anticrimine, è stata inaugurata in seno al Commissariato di P.S. “Oreto-stazione” la “Stanza rosa”, un apposito spazio riservato, distante dalla zona “operativa” dell’ufficio di polizia e dedicato alle audizioni protette delle vittime di questi odiosi reati. Si tratta, quindi, del terzo ambiente che la Questura palermitana dedica alle audizioni di persone considerate appartenenti alle “fasce deboli”.
Come sempre, sono i numeri a fornire una chiave di lettura del fenomeno e le statistiche ci mostrano come la donna, anche nella provincia palermitana, continui ad essere destinataria privilegiata di efferati crimini. Nel raffronto dei dati concernenti i periodi gennaio–settembre del 2019 e del 2020, è possibile registrare un incremento, non generale ma in termini percentuali, degli omicidi di donne: nel 2019, 2 su 10 omicidi totali, nello stesso periodo 2020, 2 su 4 totali.
La Polizia di Stato dedica particolare attenzione anche alla tutela delle vittime dei reati di
stalking e violenza di genere che, come nel caso dei femminicidi, è bene ricordarlo, non sono soltanto quelle direttamente offese dal crimine perpetrato ma anche quelle “collaterali”, come figli e congiunti. Alle vittime dirette ed anche a quelle indirette, persone che sono state colpite nella loro intimità e nella riservatezza della vita familliare che si svolge all’interno delle mura domestiche, la Polizia di Stato offre l’assistenza di operatori specializzati e particolarmente sensibili al fenomeno, in grado di coniugare all’adeguata capacità di ascolto elevate competenze investigative.
Non di rado, ai poliziotti impegnati su strada le donne chiedono un intervento immediato ed una tutela concreta, che le protegga subito da una violenza cieca che assume il volto di una persona familiare con la quale si condivide la quotidianità e dalla quale spesso è difficile, anche per motivi economici, separarsi; in questi casi, la Polizia di Stato fornisce specifiche informazioni relative alle strutture di accoglienza ed ai Centri Antiviolenza, mettendo direttamente in contatto le vittime con le strutture presenti sul territorio per garantirne l’ospitalità e l’accoglienza oltre al necessario supporto psicologico.
Le statistiche dei reati commessi a Palermo, anche in questo caso il periodo preso in esame è gennaio –settembre 2019 ed il corrispondente del 2020, tratteggiano un leggero incremento, probabilmente legato al periodo di lockdown: nel 2019 sono stati commessi 331 atti persecutori, 448 maltrattamenti contro familiari e conviventi ed 82 violenze sessuali, nello stesso periodo del 2020, 337 atti persecutori, 517 maltrattamenti contro familiari e conviventi mentre sono diminuite a 54 le violenze sessuali.
Nell’anno che volge al termine, ricordiamo le storie di Francesca, Elisabetta, Agata, Angela e di tante altre donne che non è possibile nominare tutte ma che sono accomunate dal coraggio che le ha spinte, dopo lunghi periodi di sofferenza, a chiedere un aiuto alle Forze dell’Ordine.
L’intervento immediato degli agenti e la capacità di dialogo, unita agli strumenti giuridici che la legge del c.d. “Codice Rosso” ha messo a disposizione dell’Autorità giudiziaria e delle Forze di Polizia, ha consentito quel lavoro sinergico indispensabile per offrire un aiuto immediato ed un ascolto concreto nei casi di violenza di genere che, come ha detto il Capo della Polizia, Direttore Generale della P.S., Prefetto Gabrielli “ha il proprio humus nella discriminazione, nella negazione della ragione e del rispetto. Una problematica di civiltà che, prima ancora di un’azione di polizia, richiede una crescita culturale”.
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