Il giorno di Giovanni Falcone, Francesca Morvillo, Rocco Di Cillo, Antonio Montinaro,  Vito Schifani. Trentatrè anni dopo si celebra ancora il ricordo di una strage che ha segnato per sempre la Sicilia La memoria col tempo è cambiata,. le grandi manifestazioni sono sparite una alla volta, prima le navi della memoria, poi la celebrazione in aula Bunker. Ma ciò che non passa è l’esistenza della mafia, sia pura diversa, e le polemiche ad ogni anniversario.

Anche quest’anno due diverse manifestazioni, quella ufficiale della fondazione Falcone, e quella polemica con il corteo della Cgil che trasforma in critica alle istituzioni il giorno del ricordo.

Le manifestazioni ufficiali

Il fulcro delle manifestazioni ufficiali della Fondazione Falcone da oggi è il Museo del presente, memoria viva delle stragi.

Oggi si comincia alle 9.30  con l’arrivo delle Autorità istituzionali, degli studenti e degli ospiti nei locali del Museo del Presente da parte dei vertici della Fondazione Falcone.
E’ prevista la prevista la presenza – tra gli altri – del Ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, del Ministro di Grazia e Giustizia Carlo Nordio, Ministro dell’Istruzione Alessandro Giuli, Presidente della Commissione parlamentare Antimafia Chiara Colosimo, Presidente della Regione Siciliana Renato Schifani e del Sindaco di Palermo Roberto Lagalla.
Saranno altresí presenti le Autorità civili e militari.

Il programma completo della mattina prevede la breve visita aree museali, un incontro con la stampa e, a partire dalle 10,00 la diretta Rai Tg1 fino a mezzogiorno circa. Dopo un altro incontro con la stampa, una breve pausa alle manifestazioni ufficiali.

Il pomeriggio è il momento della polemica prevista e prevedibile, le manifestazioni ufficiali prevedono, alle 16,00 il sit in all’Albero Falcone dove si svolgerà la seconda parte delle manifestazioni. Alle 16.45 la performance di Giovanni Caccamo, alle 17.00 l’intervento di Maria Falcone, presidente Fondazione Falcone; alle 17.30 Piero Grasso che legge i nomi delle vittime delle stragi di Capaci e Via d’Amelio. Il clou alle 17.58 ora dell’esplosione della bomba dell’autostrada, il tradizionale silenzio suonato dal trombettiere della Polizia di Stato.

La contromanifestazione antagonista dalle 15,00

Sempre nel pomeriggio si terrà la contromanifestazione organizzata dalla Cgil e alla quale prende parte, polemicamente, anche Salvatore Borsellino, il fratello di Paolo.

La concentrazione è prevista a Piazza Verdi da dove, alle 15,00 partirà il corteo cittadino che si concluderà in via Giacomo Leopardi, praticamente a ridosso dell’Albero Falcone. I due popoli, quello delle manifestazioni ufficiali e quello della contro manifestazione, inevitabilmente si fonderanno sotto l’albero.

A promuovere il contro corteo in realtà sono giovani, studenti e studentesse della città, con l’obiettivo di riaffermare il valore della memoria, della verità e dell’impegno contro ogni forma di mafia, intesa non solo come criminalità organizzata, ma come sistema di potere politico-affaristico-mafioso, così come lo definiva Pio La Torre.

“Non chiedeteci silenzio” è il messaggio che guida la mobilitazione: un rifiuto chiaro e netto all’oblio e all’omertà, soprattutto di fronte alle verità emerse nei processi ma spesso ignorate dai grandi media.

La miscellanza di temi nel giorno del ricordo

Il corteo sarà anche una denuncia contro le politiche di riarmo e guerra che sottraggono risorse fondamentali alla scuola, alla sanità, alla sicurezza sul lavoro. Temi che, secondo i promotori, sono strettamente legati alla lotta alla mafia, che deve partire dalla garanzia dei diritti e dalla giustizia sociale.

“Vogliamo fare rumore – dichiarano gli organizzatori – contro chi tenta di ridurre la mafia a semplice delinquenza organizzata, ignorando i legami storici e attuali con le istituzioni, l’eversione nera e i centri del potere economico”.

Nel mirino anche le recenti riforme giudiziarie su intercettazioni, abuso d’ufficio e traffico di influenze, ritenute un passo indietro nella lotta alle mafie e ai crimini dei colletti bianchi.
Il corteo sarà anche un momento di memoria attiva: da Portella della Ginestra fino a Capaci, passando per tutti gli omicidi eccellenti e le stragi di Stato, si chiede verità e giustizia senza compromessi, “aprendo anche i sepolcri imbiancati”, come ricordava Vincenzo Agostino.

“L’antimafia deve essere autentica – si legge ancora nel manifesto della manifestazione – non si possono accettare né ambiguità né appoggi elettorali da parte di condannati o soggetti contigui agli ambienti mafiosi”.

Il corteo sarà anche occasione per rilanciare una visione alternativa di società, fondata su investimenti in scuole, ospedali, infrastrutture utili, sport, cultura e lavoro stabile, specie nei quartieri più dimenticati. L’antimafia è anche lotta alla precarietà, allo sfruttamento, al caporalato e alla ricattabilità sociale.

Per questo, i promotori esprimono il loro sostegno alla campagna referendaria sul lavoro e sulla cittadinanza, che porterà gli italiani al voto l’8 e 9 giugno.

“Solo unendo le nostre lotte possiamo spezzare le catene dell’oppressione mafiosa e clientelare, costruendo territori liberi, giusti e inclusivi”, concludono i promotori.
L’invito a partecipare è rivolto a tutta la cittadinanza: associazioni, sindacati, collettivi giovanili, realtà sociali, scuole, insegnanti, studenti e lavoratori e la Cgil, già dallo scorso anno, lo raccoglie da subito divenendo, di fatto, co organizzatore