I giudici della prima sezione del Tar di Palermo presieduti da Salvatore Veneziano hanno respinto il ricorso presentato da Pietro Carbocci e Casimiro Carbocci contro il provvedimento del Comune di Palermo con il quale si negava l’installazione delle giostre nel parco Piersanti Mattarella, ex Giardino Inglese.

I titolari delle ditte difesi dagli avvocati Alessandro Palmigiano, Ornella Sarcuto, Gaetano Speranza e Lavinia Marchese avevano chiesto di annullare il provvedimento e di riprendere la loro attività dentro la villa. La richiesta aveva ricevuto il parere negativo dalla soprintendenza. I giostrai hanno presentato un progetto di riqualificazione dell’area. Ma anche questo non era servito a ottenere l’autorizzazione.

Elementi incompatibili

Ci sono “elementi incompatibili – dicono i giudici della sentenza – come il mantenimento di: quattro ampie piattaforme in cemento, pavimentazione in asfalto bituminoso e betonelle nei percorsi, recinzione in cordoli e muretti, rete e paletti metallici e cancello, collocazione di nuova pavimentazione galleggiante lato confine sud, padiglione feste, nonché numerose strutture-giostra per tipologia dimensione e concentrazione incompatibili con le essenze arboree presenti ed ostative del recupero die due poggetti storici che caratterizzano la porzione interessata”. I titolari hanno presentato ricorso al Cga.

La vicenda

È necessario fare qualche passo indietro per comprendere meglio la vicenda. I gestori si occupano delle giostre da decenni e nel 2020, in prossimità della scadenza delle concessioni, avevano chiesto il rinnovo. Prima di procedere, il Comune richiese i pareri all’Area Decoro Urbano e del Verde e alla Soprintendenza dei Beni Culturali ed Ambientali.

La Soprintendenza, dopo avere rappresentato che “le richieste in oggetto si configurano quale concessione in uso a soggetti privati di una porzione di bene culturale”, si esprimeva negativamente ma non escludeva la possibilità di “una successiva richiesta di autorizzazione alla concessione di un’area da destinare al posizionamento di giostre”.

Il Comune

Il Comune, però, negò il rinnovo con la conseguente risposta da parte dei gestori che opponendosi al Comune, presentarono un progetto per ottenere l’autorizzazione, come richiesto dalla Soprintendenza. Il Comune di Palermo non solo non concludeva mai il procedimento, ma, i diversi uffici interpellati, si limitavano, negli anni, sostanzialmente a non rispondere. Nel silenzio totale, il 24 febbraio scorso, il Comune di Palermo negò l’autorizzazione, notificando un’ordinanza per lo sgombero del Giardino Inglese entro il 17 aprile.

Per queste ragioni i gestori decidevano di rivolgersi agli avvocati Alessandro Palmigiano, Gaetano Speranza, Ornella Sarcuto, Marco Cassata e Lavinia Marchese, che hanno presentato una prima istanza cautelare che ha bloccato la chiusura delle giostrine.

Si è trattato solo di una decisione provvisoria che lasciava ancora aperta la questione e, quindi, i legali insistevano con le loro ragioni, chiedendo al TAR di accogliere la sospensiva.

La tesi dei legali era che le opere di rifacimento non interessavano quelle aree e non vi era necessità di privare i palermitani dello sfogo per i propri figli ed ancora che comunque non erano state prese in considerazione i progetti di valorizzazione che la società aveva proposto al Comune.

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