Un ambiente insolito quello dove sono stati osservati gli Aironi cenerini. Un animale possente, che si nutre di pesci ed anfibi e per questo legato agli ambienti umidi. Chi però si aspetta di poterlo incontrare solo nelle aree umide più selvagge della Sicilia, scampate a bonifiche ed a speculazioni edilizie, si sbaglia. Gli aironi cenerini, infatti, si possono vedere anche in piena città. A volte, basta una vasca di una villa pubblica, dove, ovviamente, possono trovare qualcosa da mangiare.
Stamani sono stati osservati nel corso di un censimento organizzato dalla LIPU di Palermo nei pressi dei cantieri navali. Gli animali erano posati nel bacino di carenaggio, una sorta di “muraglione” metallico grigio. Più o meno lo stesso colore della livrea cenerina che da il nome allo stesso Airone. Gli animali risultavano così come mimetizzati tanto da risultare quasi invisibili. Gli stessi attivisti della LIPU erano intenti a censire i Gabbiani facilmente osservabili per via del colore bianco reso ancora più luminoso dai raggi del sole. Dall’osservazione degli scatti, si sono poi accorti della presenza degli Aironi.
“E’ andata proprio così – afferma Giovanni Cumbo, responsabile della LIPU di Palermo – Eravamo intenti a fotografare i Gabbiani ed ingrandendo i fotogrammi, al fine di determinare la specie, ci siamo accorti della presenza degli Aironi. E’ probabile che gli animali abbiano eletto in quel posto un loro posatoio e nulla più. Praticamente impossibile, tranne pochissimi posti, potersi alimentare nelle acque del porto che risultano quasi ovunque molto alte”.
Gli attivisti si trovavano nei luoghi per un soppralluogo finalizzato all’osservazione e studio dell’avifauna urbana. Gabbiani, appartenenti a più specie, e qualche Cormorano probabilmente attirati dagli scarichi fognari che insistono nella zona. “A volte – afferma Cumbo – in prossimità di tali luoghi vi sono grosse concentrazioni di pesce. Soprattutto i Cormani ne approfittano”
“A gennaio – prosegue il responsabile LIPU – faremo dei censimenti proprio nell’area del porto. Il mese, infatti, è quello propizio perchè rappresenta l’unico periodo dove minore è la mobilità degli animali, non migrano. Negli altri anni si sono censiti migliaia di gabbiani, soprattutto appartenenti alle specie del Gabbiano comune, ma anche Gabbiani reali, Sterne, Cormorani ed uccelli meno frequenti come nel caso dello Svasso piccolo”.
Un’attività utile per lo studio delle migrazioni. Alcuni dati scientifici si sono ricavati proprio dall’osservazione di uccelli forniti di anello di riconoscimento che frequentavano la rada del porto di Palermo. Tra questi, un Gabbiano comune con un anello dalla cui lettura (le cifre vengono impresse con caratteri molto grandi) è emerso essere stato inanellato in Crozia. Grazie anche all’aiuto di altri osservatori è stato possibile rivederlo per più inverni di seguito. Un ospite fisso di Palermo, dunque.
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