Sono sbarcati nel porto di Napoli alle 23:38 circa i passeggeri della nave Raffaele Rubattino diretta da Palermo a Napoli sulla quale nel tardo pomeriggio di ieri è scoppiato un incendio che ha coinvolto la sala macchine, spingendo la nave alla deriva.

“È una vergogna”, ha il primo passeggero sbarcato. Alcuni passeggeri dovevano sbarcare a Napoli per raggiungere altre mete, come Ischia o Calabria. “Siamo stati costretti a fermarci qui una notte e prenotare una stanza d’hotel. Rimborsi? Non sappiamo ancora nulla”, ha affermato un’altra passeggera mentre si dirigeva all’uscita del porto. Prima dello sbarco, una voce ha annunciato al microfono che il bar della Stazione Marittima sarebbe rimasto aperto per consentire ai passeggeri di rifocillarsi.

“Oltre il danno, anche la beffa – ha dichiarato una passeggera – Siamo stati fermi perché non c’era la banchina libera. È già la seconda volta che accade. In questa situazione bisognava liberarla all’emergenza più assoluta. Questo è quello che vi dico con tanta tenerezza, tanta paura e tanto dispiacere per chi aveva bambini piccini. Non funzionavano le luci, non si potevano usare nemmeno i bagni. Ora ci hanno accontentato con due panini. Ho detto tutto”.

L’incendio è scoppiato nella sala macchine della nave Raffaele Rubattino, rimasta alla deriva a circa quindici miglia a nord-ovest dell’isola di Capri, nelle acque del Golfo di Napoli.

La nave, partita alle 9.15 dal porto di Palermo con 152 passeggeri, 72 membri dell’equipaggio e i veicoli, ha subito un guasto che l’ha resa incapace di navigare autonomamente. Il capitano ha lanciato il segnale di mayday via radio, dando così il via alle operazioni di soccorso coordinate dalla capitaneria di Napoli. Due motovedette sono state inviate nell’immediatezza per garantire sicurezza e prestare assistenza.
Fortunatamente, le fiamme, divampate nel tardo pomeriggio, sono state rapidamente contenute e non si sono segnalati feriti. Dal porto di Napoli sono partiti anche due rimorchiatori, incaricati di trainare la nave in difficoltà verso il porto partenopeo. La capitaneria ha richiesto la collaborazione delle navi presenti nella zona, che si sono avvicinate per fornire eventuale supporto in caso di necessità. In questo frangente, nelle vicinanze era arrivata anche un’altra nave traghetto, la Gnv Auriga, anch’essa partita da Palermo.

Le complesse operazioni di rimorchio sono durate circa quattro ore, durante le quali il traghetto è stato lentamente trainato. L’arrivo al porto di Napoli era previsto nella notte, diverse ore dopo l’orario previsto, poco meno delle 20. L’intervento ha evitato conseguenze più gravi e garantito la sicurezza di tutte le persone a bordo.

Lo scorso 24 aprile la procura di Genova ha sequestrato alcuni traghetti tra cui proprio il Rubattino della compagnia Cin Tirrenia, controllata dal Gruppo Onorato Armatori, che controlla anche la Moby Lines. Oltre al Raffaele Rubattino, anche Athara, Janas e Moby Ale 2. L’accusa principale riguardava l’impiego di navi non conformi alle normative ambientali internazionali durante i servizi di collegamento marittimo sovvenzionati dallo Stato per la continuità territoriale, nello specifico la rotta tra Genova e Porto Torres. Secondo l’indagine, sulle imbarcazioni coinvolte sarebbero stati modificati componenti fondamentali dei motori principali e dei generatori diesel, sostituendo pezzi originali con ricambi non autorizzati.

Il 5 maggio scorso, però, il tribunale del Riesame di Genova ha accolto il ricorso della compagnia e ha disposto il dissequestro delle quattro navi, permettendo così a Cin Tirrenia di reintegrare le imbarcazioni nella propria flotta. L’azienda continua a operare nel settore dei trasporti marittimi, pur sotto l’attenzione delle autorità giudiziarie.