Revocate le misure cautelari per alcuni degli indagati nell’ambito dell’inchiesta sulla motorizzazione di Palermo del febbraio scorso. Ci sono dunque nuovi sviluppi nell’operazione sviluppata dalla polizia che portò a 21 arresti domiciliari disposti dal Gip Filippo Serio. Tra questi figuravano 8 funzionari della motorizzazione civile di Palermo e 13 tra delegati e responsabili di alcuni agenzie di disbrigo pratiche. La sesta sezione della Corte di Cassazione, presieduta da Gaetano De Amicis, ha accolto i ricorsi proposti dai funzionari Giovanni ed Alfredo Gioietta, rispettivamente difesi dagli avvocati Giuseppe Sceusa e Giovanni Castronovo. Ha dunque disposto l’annullamento dell’ordinanza di custodia, limitatamente alla sussistenza delle esigenze cautelari. Non si conoscono le motivazioni dell’annullamento disposto dalla Suprema Corte.
La tesi dei legali
Sul punto i legali avevano però rappresentato che poiché le ultime condotte illecite ascritte agli indagati, oggi imputati, si sarebbero consumate nei primi mesi del 2021, mancherebbe il requisito dell’attualità. Aspetto necessario per poter legittimamente applicare un provvedimento limitativo della responsabilità personale. Inoltre sia Genova che Gioietta sono attualmente sospesi e quindi, in caso di scarcerazione, verrebbero adibiti ad incarichi diversi da quelli espletati in precedenza secondo quanto statuito dal contratto regionale vigente. Tutti fattori che secondo i loro legali rendono oggettivamente impossibile la reiterazione dei delitti contestati ai due funzionari. Entrambi gli imputati hanno scelto di definire il procedimento nelle forme del giudizio abbreviato. La prossima udienza è fissata per il prossimo 20 ottobre per la requisitoria del pm.
L’inchiesta di febbraio
Gli agenti della polizia di Stato diedero esecuzione a 21 misure cautelari degli arresti domiciliari nei confronti di funzionari e dipendenti della motorizzazione civile di Palermo e anche di numerosi responsabili di agenzie disbrigo pratiche automobilistiche. Numerose le perquisizioni effettuate presso la motorizzazione e nelle agenzie disbrigo pratiche automobilistiche. Sequestrati centinaia di fascicoli. L’indagine ebbe inizio nel 2020 e vide impegnati, per oltre due anni, gli investigatori della squadra di polizia giudiziaria del compartimento di polizia stradale di Palermo in una complessa ed articolata attività di indagine coordinata dalla locale Procura, anche con l’ausilio di sofisticate apparecchiature di intercettazioni audio e video. I reati contestati sono di corruzione, accesso abusivo a sistema informatico o telematico, falsità ideologica commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici.
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