Alla fine l’appello di Salvatore Borsellino che non voleva né politici né istituzioni in via D’Amelio è caduto  (quasi) nel vuoto. La passerella in via D’Amelio è stata davvero risicata anche se il 19 luglio è sempre un anniversario “minore” fin dall’inizio, rispetto alla strage falcone. Anche se il tempo passato ha spento buona parte delle manifestazioni.

I politici c’erano

In ogni caso i politici c’erano. Non tutti insieme, non in pompa magna, ma c’erano. C’era il vice presidente della Camera Giorgio Mulè alla commemorazione in  questura, c’era il Ministro dell’Interno Piantedosi alle manifestazioni seguenti, c’era segretario del Pd Elly Schlein al momento di silenzio, c’era Arianna Meloni insieme a due ministri, due sottosegretari e due presidenti di commissione (il ministro dello Sport Andrea Abodi, il ministro per i Rapporti con il parlamento Luca Ciriani, la sottosegretaria all’Istruzione Paola Frassinetti, il sottosegretario alla Giustizia Andrea Delmastro, la presidente della commissione parlamentare Antimafia Chiara Colosimo e il presidente della commissione Giustizia Ciro Maschio) in serata alla fine della fiaccolata a deporre una corona di fiori. Paolo Borsellino è patrimonio di tutti e impedire il ricordo non è una cosa fattibile.

La polemica

Ma la polemica continua a regnare sovrana rinfocolata anche da una riforma della giustizia che ormai sembra in dirittura d’arrivo. All’indomani della commemorazione del 33esimo anniversario di quella strage lo scontro fra destra e sinistra, fra governo e magistrati sale di tono.

Martedì 22 luglio, infatti, è il giorno del voto finale, in Senato, della seconda lettura per la riforma costituzionale della giustizia, quella che separa le carriere fra magistrati inquirenti e giudicanti ovvero fra Pm e giudici.

Da Fratelli d’Italia non si evita la polemica, al contrario arriva di nuovo il riferimento affidato stavolta a Galeazzo Bignani, capogruppo alla Camera del partito di Giorgia Meloni. Per lui si tratta di una riforma da fare in nome di Giovanni Falcone e di Paolo Borsellino, in memoria, insomma, di chi ha perso la vita ma anche perché, come Borsellino, è stato tradito dai suoi stessi colleghi.

Una riforma che cancella la spartizione del Csm fra i partiti, rincara la dose Maurizio Gasparri da Forza Italia che parla di una legge costituzionale che sarà approvata nonostante i tentativi di sabotaggio dell’Associazione nazionale magistrati.

Certo poi dovrà tornare alla Camera ma il percorso rapido e blindato lascia intendere che entro l’estate sarà varata come da programma del governo Meloni.

La sinistra sempre meno resiliente

Per la sinistra di Fratoianni ormai la destra si ricorda della mafia due volte l’anno, il 23 maggio e il 19 luglio mentre per il leader 5 stelle Giuseppe Conte non bisogna mollare nella strada della ricerca della verità sulla strage Borsellino. Quella verità che i magistrati di Caltanissetta stanno cercando accusando pezzi del pool antimafia di allora. un ultimo passaggio al quale non crede proprio Salvatore Borsellino