“La volontà di tenere le primarie nel Pd è solo un auspicio di quel partito. Per quel che riguarda noi, le primarie possono essere lo strumento per i moderati utile ad indicare il nostro candidato alla Presidenza della Regione. Senza la creazione di coalizione in grado di affrontare le prossime elezioni regionali sulla base di un programma condiviso, non serve parlare di primarie poiché si tratterebbe di un esercizio fine a se stesso. Noi Centristi per la Sicilia più utile
formare prima il quadro degli alleati piuttosto che parlare di candidati a Presidente della Sicilia”.

Spegne gli entusiasmi il partito dei centristi ex Udc alleato del centrosinistra siciliano. Lo fa per bocca di Marco Forzese, capogruppo dei Centristi per la Sicilia all’Assemblea regionale siciliana ma la posizione non può che venire direttamente da Gianpiero D’Alia visto che non si muove foglia, in quel gruppo, che D’Alia non voglia.

Una posizione che tende a scompaginare ulterioemente dopo che il primo renziano di Sicilia aveva detto chiaramente, ieri, che anche per l’eventuale candidatura di Pietro Grasso, attuale presidente del Senato, ci vogliono comunque le primarie.

“Abbiamo sperimento il modello dei gazebo che è vincente e di partecipazione – ha detto il sottosegretario Davide Faraone -. Sulla possibile candidatura di Piero Grasso vorrei che uscissimo dalle chiacchiere giornalistiche e parlassimo del reale. C’è una situazione mutevole. Il centrosinistra è sempre arrivato in ritardo rispetto alla
candidatura del presidente della Regione – prosegue – Intanto stabiliamo chi è il nostro candidato, poi se dovesse mutare la situazione con altri nomi, vedremo. Non dobbiamo più perdere tempo. Si deve evitare che il M5s cavalchi il nostro attendismo”.

Una posizione, insomma, diametralmente opposta a quella dei centristi che al contrario vogliono la coalizione chiara prima del candidato. Intanto oggi faraone accompagnava il Ministro delle Infrastrutture Graziano Delrio in giro per cantieri ed all’apertivo elettorale di Leoluca Orlando visto che prima di parlare della regione c’è ancora una elezione di mezzo: le amministrative dell’11 giugno.

Ma la spaccatura è più grande di così. “Qualora ci fosse la disponibilità di Piero Grasso a candidarsi per il centrosinistra alla presidenza della Regione, Mdp-Art.1 esprimerà la propria condivisione e il pieno sostegno. La selezione di candidature del calibro di Grasso non necessitano certamente del ricorso allo strumento delle primarie –  dicono Angelo Capodicasa, Mariella Maggio e Pippo Zappulla del coordinamento regionale di Mdp-Art.1 – Per noi la parola d’ordine è discontinuità: discontinuità nel programma, discontinuità nel percorso e discontinuità nel profilo del candidato alla presidenza – aggiungono Capodicasa, Maggio e Zappulla – Una figura come quella di Piero Grasso segna questa discontinuità: è il profilo giusto”.

Per Mdp-Art.1 Grasso sarebbe una garanzia nell’obiettivo di “costruzione di un vasto schieramento di centrosinistra allargato all’associazionismo e al civismo democratico e progressista”. E “questo può essere raggiunto solo se vengono elaborate proposte di profonda riforma della Regione, se si cambia metodo e pratica di governo, di lotta alla corruzione”. “L’ipotesi di candidare Piero Grasso – sottolineano gli esponenti di Mdp-Art.1 – ci appare pienamente coerente con un progetto di rilancio della Regione, di lotta alla corruzione e di garanzia di discontinuità e autorevolezza nei rapporti con lo Stato e l’Unione Europea”. Sulle primarie la posizione di Mdp-Art.1 è netta: “Questo strumento pur importante di consultazione, così come si è andato strutturando, si è rivelato inadatto a selezionare proposte in grado di rappresentare la complessità e l’ampiezza di una potenziale coalizione dal carattere vasto e inclusivo”. E “come dimostrano le recenti esperienze – evidenziano Capodicasa, Maggio e Zappulla – si è rivelato foriero di abusi e di mobilitazione di clientele, di degenerazione correntizia oltre a prestarsi a scorrerie e incursioni di gruppi che sono contro interessati al buon esito della consultazione”.

“Non ci imbrigliamo nel gioco del Pd che parla di primarie – concludono i tre esponenti regionali di Mdp-Art.1 – Finora le primarie sono state utilizzate dai capi-bastone dei dem per misurarsi e annusarsi. Non siamo disponibili a questi giochetti, perché è chiara la degenerazione correntizia e clientelare che è stata fatta delle primarie”.

Ma a ben vedere perchè mai Pietro Grasso dovreebbe candidarsi?  Chiara la voglia del Pd di esprimere un nome forte come questo pe ruscire dall’imbarazzo della scelta, ma l’ex procuratore antimafia ed ex procuratore di Palermo, dopo aver autorevolmente guidato il Senato, perchè dovrebbe sporcarsi le mani alla Regione?