L’unica cosa certa del giallo che sta tenendo banco in questi giorni in provincia di Palermo è che Giovanni Guzzardo, originario di Caccamo, commerciante a Capaci e Santo Alario, originario di Villabate, ma residente a Carini sono passati il 7 febbraio dal negozio Antichi Sapori Calamigna a Ventimiglia di Sicilia.
Negli ultimi quattro video spediti alla compagna di Alario Rosalia Sparacio si vedono i due a bordo di una Panda che girano per le campagne e le strade attorno a Ventimiglia di Sicilia.
“Sto andando a sbrigare una cosa e poi ti dico”, ha scritto Alario alla sua compagna quando ha inviato questa foto a Rosalia Sparacio e poi è sparito nel nulla insieme a Guzzardo. Poi dalle 15.51 il collegamento Whatsapp si interrompe. Da allora i cellulari di Alario e Guzzardo sono muti.
Nessun segnale. Per i carabinieri del comando provinciale un vero rompicapo. In queste ore stanno proseguendo le ricerche dei due anche con l’utilizzo di cani nella zona di Caccamo e della Diga Rosamarina è stata trovata l’auto. I familiari di Guzzardo non collaborano.
Si sono chiusi in un silenzio che dura ormai da quasi dieci giorni. Solo la nipote su Facebook ha lanciato l’appello e ha chiesto allo zio di tornare e farsi vivo. La famiglia di Santo Alario non smette di andare in caserma dai carabinieri a Villabate per chiedere notizie.
“Sto impazzendo – dice Anna Maria Musso, mamma di Santo Alario. Io non capisco cosa doveva andare a fare mio figlio in quei posti sperduti. Non riesco a dormire da giorni. Sono una donna distrutta. Ho visto quei video e non capisco che c’entra mio figlio in quei posti. Chiedo e imploro di sapere cosa sia successo a mio figlio. Qualcuno ha visto quella Panda passare dal centro di Ventimiglia.
Abbiamo cercato di parlare anche con la famiglia di Guzzardo. Niente. Non siamo riusciti a parlare e chiedere loro se sapessero qualcosa. Ci hanno chiuso il telefono in faccia. Abbiamo cercato di parlare con una cognata. Ma niente. Non ci dicono niente. E la mia giornata a Villabate passa ad andare dai carabinieri per sapere se ci sono novità. E’ un incubo da cui non ne usciamo più”.
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