Proseguono le indagini della polizia sul ferimento di Kheimas Lausgi, di 28 anni avvenuto ieri pomeriggio nel quartiere Zen di Palermo in via Costante Girardendo.

Il giovane nato a Palermo è stato raggiunto con un fendente al torace e alcuni colpi di pistola alle braccia e ai glutei. Lausgi è in coma farmacologico, ma per i medici non è in pericolo di vita.

Per tutta la notte sono stati sentiti amici e parenti per cercare di ricostruire il movente dell’aggressione e dare un nome e un cognome a quanti lo colpito con un coltello e ferito con colpi d’arma da fuoco.

Sembra che gli aggressori siano più di uno.

Per tutta la notte sono andate avanti perquisizioni nei casermoni dello Zen anche con l’ausilio dei vigili del fuoco che hanno aperto diversi box e garage. Perquisizioni che proseguono anche questa mattina.

Restano un mistero le cause dell’agguato. Saranno le indagini ad accertarle. Gli agenti si sono messi al lavoro sulla vita del ferito, per capire come si guadagni da vivere e se sia inserito in giri loschi.

L’ allarme è scattato poco prima delle 18,30, quando alla centrale operativa della questura è giunta la segnalazione di una sparatoria allo Zen. Le volanti si sono dirette in via Costante Girardengo.

Nel frattempo a Villa Sofia era giunto il ferito, che è stato subito sottoposto alle cure. In ospedale sono arrivati anche diverse persone dello Zen, soprattutto parenti e amicidel ferito, ed è stato necessario fare intervenire diverse pattuglie per tenere la situazione sotto controllo. In concomitanza con l’ intervento delle volanti, la centrale ha segnalato altri colpi di pistola in via Fausto Coppi ma la nota non ha trovato riscontri.

Allo Zen gli investigatori hanno cercato di ricostruire le fasi del pomeriggio di fuoco sfociato nella sparatoria, sono andati alla ricerca di bossoli e tracce di sangue. Un’ attività per ricostruire la dinamica dei fatti.

Nella polveriera dello Zen non sono rare le sparatorie e i regolamenti di conti a colpi di pistola.

Episodi che rimangono spesso misteriosi, perché nessuno ha voglia di parlare. Più volte le forze dell’ordine si sono precipitate allo Zen in seguito a segnalazioni di liti furibonde e colpi di arma da fuoco.

Non sono mancati i casi di pregiudicati gambizzati a colpi di pistola.

Episodi sui quali anche gli stessi interessati non hanno fornito spiegazioni convincenti e anzi hanno affermato di non avere visto nulla e di non sapersi spiegare i perché delle spedizioni punitive. Un muro di omertà che copre piccoli e grandi affari criminali, a cominciare dallo smercio di stupefacenti, business del quale lo Zen è una roccaforte.

Lo scorso 11 maggio in via Fausto Coppi, un padre e un figlio, Mario e Giuseppe Bronzino, erano rimasti feriti al volto e alle braccia dai pallini di piombo esplosi da un fucile.

I due, di 45 e 19 anni, senza alcun precedente penale, avevano rischiato grosso. In base a una prima ricostruzione dei fatti, in strada era scoppiata una lite tra un gruppo di persone, alcune delle quali erano armate. E il colpo sparato aveva raggiunto i due che si trovavano in balcone.

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