E’ stato il padre adottivo a scoprire le chat su Messanger. Quelle conversazioni su Facebook con il profilo misterioso erano inequivocabili. La figlia aveva una storia d’amore.

I genitori volevano sapere chi fosse il fidanzato. La studentessa di appena 15 anni che frequentava un istituto superiore di Partinico non raccontava nulla.

Dopo l’ennesimo litigio andò via da casa. Il padre disperato si è rivolto ai carabinieri della compagnia di Partinico che coordinati dal pool “fasce deboli” della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Palermo, hanno iniziato una lunga indagine che ha portato all’arresto del professore di 47 anni.

Secondo quanto accertato dai militari era proprio il docente che aveva creato un account falso con il quale intratteneva lunghe conversazioni con la giovane. Prima lunghi dialoghi. La ragazza in piena pubertà contestava i genitori. Il professore la consolava e cercava di esserle amico.

Poi il rapporto si è fatto più stretto. Abbracci, baci e palpeggiamenti anche a scuola, come hanno ricostruito gli investigatori. Una storia che andava avanti da mesi. Non ci sono stati rapporti sessuali tra i due solo per l’intervento tempestivo dei genitori e dei carabinieri.

Una volta scoperto il professore ha cercato di negare. Ha presentato una denuncia ai carabinieri affermando che quel profilo era stato hackerato e che non era lui a chattare con la studentessa. Un tentativo goffo per evitare l’indagine. I carabinieri hanno trovato conversazioni anche sul telefonino della ragazza e dello stesso professore. Hanno sentito in un luogo protetto la minore che ha confermato la storia d’amore.

Alla fine ha ceduto anche l’insegnante. Davanti al gip per l’interrogatorio di garanzia il professore avrebbe ammesso la relazione. Ha detto che era una storia d’amore e non c’è stata nessuna violenza. La giovane studentessa ammaliata dall’insegnante sarebbe stata consenziente.

Questa la linea difensiva che si scontra con un aspetto. Per gli inquirenti la circostanza che la giovane fosse adottata rappresenta un’aggravante. Le avances del professore avrebbero fatto breccia nella fragile personalità della studentessa. Adesso il professore è ai domiciliari. L’istituto scolastico lo ha sospeso.