Un pezzo di storia del teatro palermitano è andato via con la scomparsa di Vito Zappalà. Si è spento all’età di 88 anni lasciando dietro di sé un’eredità artistica e umana indimenticabile ai più: a dare il triste annucio sono i fratelli Nino e Donato, le sorelle Teresa e Grazie e i figli Paride e Francesca.

Domani, venerdì 6 giugno, la camera ardente sarà allestita al Nuovo Teatro Zappalà, in via Autonomia Siciliana, dalle 11 alle 20, per permettere a chiunque lo desideri di dargli l’ultimo saluto.

Il teatro Zappalà di Mondello

Fondatore e figura centrale del Teatro Vito Zappalà di Mondello, Vito apparteneva a una storica dinastia di attori palermitani. Figlio del commendatore Franco Zappalà, lo scorso anno aveva festeggiato con orgoglio e commozione i suoi 60 anni di carriera teatrale, circondato dall’affetto della sua famiglia e del suo pubblico, nella città che ha sempre amato profondamente.

Artista eclettico, capace di passare con naturalezza dalla comicità alla drammaticità, dalla maschera buffa alla parola intensa, Zappalà ha saputo rappresentare per decenni lo spirito autentico del popolo siciliano, con passione, talento e profonda umanità. I suoi nipoti lo ricordano con affetto: “Sventolava la sua bandiera colorata fatta di personaggi e storie, senza mai abbandonare quel pubblico che lo ha amato per tutta la vita.”

Il cordoglio

Con grande riconoscenza Palemo saluta uno dei suoi artisti più celebri. Centinaia sono i messaggi di cordoglio lasciati tramite i social: “con profonda commozione, desidero unirmi al dolore della città di Palermo per la scomparsa di Vito Zappalá, storico attore teatrale, autentico pilastro della cultura cittadina e simbolo insostituibile della nostra identità artistica – scrive Gianluca Inzerillo, consigliere comunale di Palermo – Vito Zappalá è stato molto più di un attore: è stato un uomo di scena, un narratore dell’anima palermitana, capace di incarnare con rara sensibilità e talento il cuore e le contraddizioni della nostra terra. Il suo contributo al teatro, alla formazione delle giovani generazioni e alla valorizzazione della nostra tradizione culturale è stato straordinario e indimenticabile. Nel ricordare Vito, sento il dovere di rendere omaggio all’intera famiglia Zappalá, che da sempre rappresenta per Palermo un baluardo di arte, passione e impegno civile. Una famiglia che ha saputo trasformare il teatro in un luogo di incontro, crescita e riflessione, lasciando un segno indelebile nella storia culturale della nostra città.A nome mio personale e nella mia veste istituzionale, esprimo la mia più sentita vicinanza ai familiari, agli amici e a tutti coloro che gli hanno voluto bene. Palermo perde uno dei suoi figli migliori, ma il ricordo di Vito continuerà a vivere nei teatri, nei racconti, nei sorrisi del pubblico che lo ha applaudito e amato. Grazie, Vito. Per l’arte, per l’umanità, per l’eredità che ci lasci”.

Poi ancora: “addio Zio Vito così ti sei fatto chiamare per anni, pilastro del Teatro Popolare Siciliano… Hai rappresentato per una vita il tuo teatro fatto di semplicità di rispetto e rigore… amavi liola’ di Pirandello e ti lascio con i suoi versi: “arsira mi curcavu allu sirenu li stiddi foru cca m’arripararu, Lu litticeddu un palmu di Tirrenu Lu chiumazzeddu un carduneddu amaru, l’astimi fami siti cripacori chi minn’inporta si Vogghiu cantatari, Cantu e miss’arricria tuttu lu cori…Cantu ed è mia la terra e Miu lu mari basta cca c’è lu suli e la saluti…picciotti beddi e picciriddi duci e na vicchiuzza cca comu me Matri. Addio Maestro” ha ricordato Franco Zappalà.