L’università degli Studi di Palermo, a distanza di 10 anni dalla laurea, aveva annullato ad un uomo di 39 anni D.B. Secondo l’Ateneo c’erano irregolarità nei verbali ove venivano registrati gli esami sostenuti.

Per il dipendente regionale una doccia fredda.  Il Tar Sicilia – sezione di Palermo, accogliendo la domanda incidentale di sospensione dell’esecuzione dei provvedimenti impugnati ha restituito il titolo accademico al trentanovenne.

La vicenda inizia a febbraio del 2016, quando a distanza di quasi 9 anni dal conseguimento del titolo accademico in Economia e Commercio, D. B. riceveva una nota da parte dell’Università degli Studi di Palermo con la quale veniva comunicato l’avvio del procedimento di annullamento di due esami sostenuti e al conseguente annullamento del titolo di laurea.

Il trentanovenne presentava quindi una memoria difensiva al fine di replicare alle contestazioni mosse dall’Università, ma l’Amministrazione universitaria disponeva comunque l’annullamento dei due esami contestati e del titolo accademico del 2007, con richiesta di restituzione della pergamena di laurea, disponendo la modifica dei dati in carriera riportando la posizione del D.B. a quella di studente e la comunicazione a tutti gli atenei italiani.

Il D.B decideva di proporre un ricorso giurisdizionale davanti al Tar Sicilia contro l’università degli studi di Palermo, con il patrocinio degli avvocati Giancarlo Pellegrino e Giuliana Sapienza.

Gli avvocati Pellegrino e Sapienza hanno impugnato il provvedimento evidenziando la violazione della normativa sul procedimento amministrativo: sia sotto il profilo dell’irragionevole lasso di tempo entro cui la pubblica amministrazione può annullare un provvedimento illegittimo, sia sulla mancanza di motivazione sulle osservazioni presentate dalla ricorrente, sia sotto il profilo della inidonea motivazione sottesa al provvedimento di annullamento.

In giudizio si è costituita l’università di Palermo con il patrocinio dell’Avvocatura distrettuale dello Stato di Palermo, per chiedere il rigetto del ricorso. Il Tar ha però accolto la richiesta di sospensiva avanzata dagli avvocati Pellegrino e Sapienza.
Il trentanovenne, dipendente della Regione Siciliana, rischiava, infatti, di non poter partecipare ai concorsi interni per l’avanzamento di carriera, oltre chè il possibile licenziamento.

La sezione prima del Tar Sicilia – presidente Calogero Ferlisi, relatore Giovanni Tulumello – ritenendo, ad un primo esame, l’esistenza del pregiudizio grave ed irreparabile alla sfera giuridica del ricorrente, atteso che il provvedimento impugnato comportava la perdita della laurea conseguita da più di 10 anni, ha accolto la domanda cautelare di sospensione, in attesa della definizione del giudizio nel merito.

L’udienza conclusiva veniva fissata per l’aprile del 2018. Intanto, il trentanovenne manterrà il possesso della laurea e del suo posto di lavoro e potrà partecipare ai concorsi banditi dalla Regione, mentre il rettore dell’università di Palermo dovrà dare comunicazione a tutti gli atenei italiani del provvedimento di sospensione del proprio decreto di annullamento del titolo accademico.