“È ormai evidente che quello che una volta era il centro-destra italiano di ispirazione certamente conservatrice ma in qualche modo legata alla tradizione popolare europea, è oggi una destra in assoluta sintonia politica e culturale con i movimenti dell’estremismo xenofobo e nazionalista di altri paesi europei. È ormai evidente che all’interno di questa destra è del tutto marginale il ruolo politico e culturale di chi si richiama ai valori popolari. Di fronte a questo quadro politico preoccupante, il PD ha paradossalmente una opportunità: quella di tornare al buon vecchio “prima i programmi e poi le persone”.

A parlare, un po’ a sorpresa, è il sindaco di  Palermo Leoluca Orlando che apre una finestra (più che una porta) al Movimento 5 stelle proprio nei giorni in cui a Palermo il pentastellati cominciano ad attaccarlo dopo mesi di silenzio dall’opposizione. “Ha questa possibilità, accettando un confronto aperto con il Movimento 5 Stelle – chiarisce Orlando – che ha la legittimazione popolare per voler governare ma che deve dimostrare di volerlo fare in modo costruttivo. Le nuove potenzialità di crescita e le persistenti criticità del nostro Paese impongono a tutti di porre al centro della politica il confronto sui contenuti e sulla soluzione dei problemi, in base ad una visione rispettosa dei diritti di tutti e di ciascuno e senza semplificazioni e slogan da eterno presente”.

“Sono certo – continua il sindaco di Palermo – che agli italiani, a partire proprio dagli elettori del PD, interessano i fatti concreti e le realizzazioni dei governi, piuttosto di chi ricopre quali incarichi.
Tutto ciò ovviamente non esime il PD dalla necessità di affrontare con adeguati interventi l’attuale profonda crisi di identità e di organizzazione che non può essere elusa dal contributo eventuale ad un programma di futuro per il nostro Paese ne’ da scontri al vertice che allontanano il PD dai problemi reali e moltiplicano la sfiducia degli elettori democratici. Nelle realtà locali, visione e azioni concrete vengono quotidianamente sperimentate e contribuiscono pur tra ostacoli e criticità a fornire quelle risposte che i cittadini e le cittadine si attendono dalla politica nazionale. Risposte che sono attese anche da quanti si sono riconosciuti nell’ancora irrealizzato orizzonte del PD: l’essere un insieme di “storie diverse per un progetto politico comune”.

Una posizione,q uella espressa ieri da Orlando, che questa mattina fa letteralmente saltare sulla sedia il capogruppo del Movimento a Palazzo delle Aquile, Ugo Forello “Orlando non pensi che le dinamiche nazionali, legate ad una legge elettorale scritta per bloccare il MoVimento, e quindi un eventuale intesa politica di governo tra M5S e PD, abbiano risvolti anche con lui a Palermo. Le dinamiche nazionali non hanno nulla a che vedere con la realtà locale in cui viviamo”. dice Forello, commentando le parole del sindaco Leoluca Orlando sul possibile accordo di governo tra il MoVimento e il Partito Democratico quasi a mettere le tradizionali ‘mani avanti’. “È sotto gli occhi di tutti – contina Forello – che il modello di gestione e cura della cosa pubblica, il rispetto dei principi di trasparenza, partecipazione e giustizia sociale che proponiamo sono incompatibili con l’azione intrapresa dal Sindaco negli ultimi anni”.

“A livello nazionale, lo sforzo del MoVimento deve proseguire, con l’obiettivo di dare al nostro Paese un governo che possa realizzare quel cambiamento tanto desiderato dai cittadini, attraverso la stesura di un contratto con la forza politica che si dichiarerà disponibile. Così come dovrà continuare Il percorso locale che ci vede quale fondamentale espressione di una opposizione cittadina, leale e intransigente, alternativa al sistema, come peraltro alternativi siamo a livello nazionale, che da anni ci governa e nello stesso tempo capace di confrontarsi con tutti nell’interesse dei cittadini. Ma è bene ricordare che il sindaco, oggi, appare estraneo pure al suo partito, il PD, con cui si è unito esclusivamente per opportunità politica prima delle elezioni nazionali che a Palermo ha perso, dopo la debacle delle regionali. Orlando è ormai uno dei pochi esponenti della vecchia politica – conclude Forello – che resiste al potere da oltre trent’anni e, rispetto a tutto ciò, auspichiamo di cambiare, presto, pagina”.