è il padre del piccolo giuseppe, strangolato e sciolto nell'acido

Mafia, il pentito Di Matteo fa causa allo Stato: “Non mi protegge più”

“Lo Stato non mi protegge più”. Il pentito Santino Di Matteo fa causa allo Stato presentando un ricorso al Tar contro l’esclusione dal programma di protezione. Santino è il padre di Giuseppe che aveva 13 anni quando fu rapito, il 23 novembre 1993. I boss provarono così a far ritrattare il padre.

Dopo 779 di prigionia, l’ 11 gennaio di 21 anni fa, il ragazzo fu strangolato e sciolto nell’acido su ordine di Giovanni Brusca. Per l’omicidio sono stati condannati all’ergastolo decine di boss mafiosi.

Il padre del bambino è stato invece condannato per detenzione di armi ed è stato espulso dal programma di protezione. Due anni fa la procura di Palermo aveva chiesto il reinserimento di Santino Di Matteo: ne è nata una battaglia legale, come riporta oggi l’edizione locale di Repubblica.

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“Mi accusano di essere tornato a delinquere. Sì, è vero – dice – nel 1996 sono tornato in Sicilia per cercare mio
figlio. Vorrei sapere chi sarebbe rimasto a casa ad aspettare?”.

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