Maniaci alla riscossa. Chi pensava che il leone fosse colpito e affondato dall’inchiesta della procura di Palermo viene subito smentito da quando Pino Maniaci arriva insieme ai due avvocati al Palazzo di Giustizia.

In attesa dell’interrogatorio davanti al gip Ferdinando Sestito si intrattiene al terzo piano nel corridoio davanti all’aula 24.

“Mi devono spiegare perché non mi hanno arrestato visto che stavo commettendo un reato in presa diretta – dice Maniaci – Dirò tutto in conferenza stampa, ma sono certo di chiarire ogni cosa”.

Entra nella stanza 24 c’è il gip e il procuratore aggiunto Vittorio Teresi e il pm Amelia Luise. L’interrogatorio di garanzia dura dalle 12 fino alle 14. “Ho risposto a tutte le domande, ma mi riservo dire tutto in conferenza stampa”, dice Maniaci nel corridoio del Tribunale.

E in conferenza stampa arriva al conferma che la strada per abbattere il direttore di Telejato è ancora lunga. Abituato dalla vita a scalare montagne e problemi enormi questa sembra una parentesi, negativa, ma solo una parentesi della sua vita.

“Presenteremo tre denunce – dice l’avvocato di Maniaci Antonio Ingroia – Una contro i carabinieri. Vogliamo sapere chi ha confezionato il video nel quale ci sono parti che non rientrano nelle intercettazioni e nell’ordinanza. Parti che non conosciamo. Poi denunceremo il sindaco di Borgetto Gioacchino De Luca e l’addetto stampa Giuseppe Panettino. La procura basa le loro accuse solo sulle loro dichiarazioni. Stiamo valutando anche di denunciare per calunnia anche il sindaco Salvo Lo Biundo sindaco di Partinico”.

“Denunceremo – ha detto Ingroia – una serie di fatti legati alle amministrazioni locali di Partinico e Borgetto e denunceremo per calunnia alcune delle persone offese, che hanno agito per motivi di rancore contro il nostro cliente”. L’ex pm ha puntato il dito anche contro il video, distribuito alla stampa dai carabinieri, con stralci di intercettazioni ambientali di Maniaci.

“Il video mette insieme – ha spiegato – intercettazioni che non sono nell’ordinanza, perché penalmente irrilevanti, e servono solo a distruggere il mio cliente”. “Ad esempio – ha proseguito – la battuta su Renzi. La procura di Palermo deve chiedere ai carabinieri perché sono state inserite”.

Ingroia, l’ex pm che ora difende Pino Maniaci, ha annunciato di aver chiesto al gip di sostituire il divieto di dimora con il divieto di incontro con le presunte vittime dell’estorsione, ha annunciato una serie di denunce.

“Pago le mie denunce contro la Saguto e la sua gestione della sezione misure di prevenzione del tribunale. Basta leggere le intercettazioni per capirlo: era lei a sollecitare che si indagasse su di me. Assistiamo ad una giustizia a due velocità: c’è gente libera, indagata per corruzioni milionarie, mentre io sono stato massacrato e mi trovo un divieto di dimora per accuse ridicole”.

Si definisce un “protagonista”, nel bene e nel male, e, come ha sempre fatto, rilancia attaccando. Pino Maniaci, giornalista di Telejato, accusato di estorsione, dopo essere stato interrogato dal gip convoca i giornalisti nello studio dei suoi legali e parla di vendette e complotti. Ma quando i giornalisti gli chiedono se sia stata la procura di Palermo a volersi vendicare delle sue campagne tv contro il giudice Silvana Saguto, torna cauto.

“Non so chi c’è dietro – risponde – comunque la Saguto sapeva molte cose”. Il giornalista critica la scelta di inserire la sua posizione nell’indagine sul clan di Partinico. “Per notificarmi il divieto di dimora – dice – hanno aspettato un blitz antimafia che con me non c’entrava niente. Io accanto a boss pezzi di m…, che ho sempre accusato”. Maniaci racconta inoltre di aver avviato un’inchiesta sulle consulenze al tribunale fallimentare, altro motivo, a suo dire, di vendetta nei suoi confronti. (

Non può la procura di Palermo chiedere una misura cautelare nei confronti di un giornalista impegnato nella lotta alla mafia, a fronte di colleghi magistrati, avvocati e amministratori giudiziari accusati di corruzione che restano liberi”.

Lo ha detto l’avvocato Bartolo Parrino, legale di Pino Maniaci. Il riferimento è al giudice Silvana Saguto, indagata per corruzione. Le indagini, però, sono condotte da due procure diverse. Su Maniaci indaga Palermo, su Saguto indaga Caltanissetta.

“Pensate – ha proseguito – tra Maniaci e Saguto chi ha più potere di inquinare le prove”. Il legale ha anche criticato il comunicato dei magistrati nisseni, che hanno precisato che l’inchiesta sulla Saguto non ha nulla a che fare con la campagna tv del giornalista, smentendo che questi fosse finito sotto inchiesta come vendetta per le sue denunce contro il magistrato.

“Non può una procura come quella di Caltanissetta – ha concluso – allinearsi in questo modo con la procura di Palermo”. “Siamo di fronte a gossip, ad un processo mediatico e alla vita privata di Maniaci. E’ un tentativo di imbavagliarlo molto sofisticato. Pino Maniaci è stato crocifisso mediaticamente. Lo sproporzionato provvedimento cautelare adottato nei suoi confronti ha avuto l’effetto di imbavagliarlo”, proseguono gli avvocati.

Poi c’è la vicenda dei cani avvelenati. “Quando dicevo che ad uccidere i miei cani era stata una persona, lo facevo solo per un tornaconto personale, perché questa persona era il marito di una donna con cui volevo vantarmi – Pino Maniaci – Non so chi abbia ammazzato i miei animali – ha aggiunto – infatti la denuncia era contro ignoti, ma ho cercato di accusare quell’uomo per avere un tornaconto personale”.

Si chiude con una notizia. “Vi do una notizia: domani Telejato chiude, perchè, avendo altri pensieri, non ho potuto raccogliere i soldi, anzi il pizzo, per pagare la bolletta della luce che scade domani. Non sono riuscito a racimolare 850 euro”.

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