Si faceva chiamare Andrea Bonafede e adesso l’inchiesta dovrà risalire alla costruzione della sua falsa identità e alle persone che erano a conoscenza di questa identità.
Il blitz
Matteo Messina Denaro, in base a quanto si apprende, era in cura per un tumore alla clinica La Maddalena di Palermo. Questa mattina si è recato nella struttura di via san Lorenzo per un day hospital programmato ma i Carabinieri lo stavano già aspettando. Al suo arrivo è scattato il blitz. L’ospedale è stato cinto d’assedio e chi arrivava per terapie, intervento programmati, analisi diagnostiche, semplici visite ai pazienti, veniva bloccato nel parcheggio o all’ingresso e identificato.
Il falso nome
Sotto falso nome era in cura da tempo. Si dice addirittura da due anni anche se il particolare non viene, al momento, confermato. E anche questo è un elemento di indagine. Bisognerà comprendere come sia stato possibile che il latitante, abbia circolato indisturbato per le vie di Palermo così a lungo
L’identikit
Negli anni è circolato un identikit della Primula Rossa. dalle prima immagini che seguono l’arresto appare abbastanza somigliante. insomma, riconoscerlo non era impossibile. E da almeno due anni si diceva che fosse malato, che fosse in cura a Palermo e circolasse.
Il pentito
Già a novembre scorso ne scriveva anche il Corriere della Sera “Le rivelazioni di Baiardo, il gelataio piemontese, oggi 65 enne, che per anni ha coperto la latitanza dei fratelli Giuseppe e Filippo Graviano, intervistato da Massimo Giletti nella puntata speciale di ‘Non è l’Arena’ in onda sabato 5 novembre – scriveva il primo giornale italiano erano “L’unica speranza dei Graviano per ottenere che venga abrogato l’ergastolo ostativo” e sul nuovo governo: “Che arrivi un regalino?…Che magari presumiamo che un Matteo Messina Denaro sia molto malato e faccia una trattativa per consegnarsi lui stesso per fare un arresto clamoroso?” e, infine, sulla trattativa Stato-mafia: “Non è mai finita”.
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