Una mostra che racconta la vita di Padre Pio con un particolare allestimento espositivo, nel complesso monumentale Guglielmo II di Monreale, sarà visitabile dal 30 giugno fino al 30 settembre. L’evento, dal titolo “La grande luce di Padre Pio – tra scienza e fede”, è stato presentato, questa mattina, alla presenza degli organizzatori e dei sindaci di Palermo e Monreale, Leoluca Orlando e Piero Capizzi, nella sala Alberione della Libreria Paoline.

La mostra, che sarà inaugurata il 29 giugno, si compone di circa un migliaio di reperti fruibili, fino ad oggi, soltanto in ambienti ecclesiastici. Gli elementi esposti sono stati raccolti dal medico Giorgio Festa che per un ventennio studiò i fenomeni mistici di Padre Pio. Per l’occasione inaugurale, è prevista la lettura di due brani di Padre Pio da parte dell’attore Sebastiano Lo Monaco.

Alla conferenza stampa presente il nipote del medico, Alberto Festa, erede del patrimonio di reperti appartenenti allo zio, che ha spiegato come la componente scientifica sia ben documentata nella mostra, come l’ipotermia di Padre Pio, che raggiungeva una temperatura corporea di 48 gradi, e le fluorescenze luminose che emettevano le sue stimmate. Presenti anche Gianni Filippini, art promoter, e Salvatore Lacagnina di Navigare Srl.

La mostra, oltre che simbolo dell’incontro fra scienza e fede, è anche la storia di un’amicizia fra due uomini molto diversi fra loro: uno medico e docente universitario, inizialmente ateo ma che finì per certificare la veridicità degli straordinari fenomeni del frate con le stimmate, e un uomo di fede, pregno di santità e misticismo.

L’ubicazione, nel complesso Guglielmo II, è stata pensata per conciliare nel visitatore un sentimento di raccoglimento e meditazione, immerso nel rosso, il colore della passione e della fede mistica.

“Promuovere il turismo – ha detto Orlando – è rispettare in primo luogo se stessi e le nostre comunità, questo è il cambiamento culturale che sta interessando Palermo e Monreale, un cambiamento che non si può fare con un teewt ma necessita della coordinata tempo, senza la quale si scade nel populismo culturale. Per quanto riguarda scienza e fede non c’è vera contraddizione, perché entrambi cercano di vedere l’invisibile”.

“Per me – ha detto Capizzi – è motivo di vanto e di orgoglio ospitare nella nostra splendida città questo slancio culturale di cui la mostra che presentiamo è uno dei momenti più significativi. Vogliamo proseguire sulla strada della crescita della nostra storia e identità, ma soprattutto vogliamo che Monreale riesca ad offrire un’immagine attraente di sé, al di là del duomo”.