Il ministro dell’Interno Marco Minniti, a Palermo ha reso omaggio ai 25 anni della squadra mobile di Palermo.

Nel corso di una manifestazione organizzata in questura è stato reso omaggio a Mario Bignone, il capo della Catturandi morto nel 2010 dopo una malattia a 44 anni  e Ninni Cassarà capo della mobile ucciso a Palermo nell’agosto del 1985.

Nel corso della prima cerimonia è stato scoperto un busto che raffigura Cassarà, mentre successivamente è stato intitolata la stanza della riunioni della questura a Mario Bignone. Minniti nel corso del suo intervento ha parlato di mafia e terrorismo.

“Li metto sullo stesso piano – dice, riferendosi all’operazione di Napoli -. L’Italia ha combattuto il terrorismo internazionale senza abbassare il livello di contrasto alle mafie. Non era una cosa semplice. Sono due nemici mortali con i quali non è possibile alcun tipo di mediazione e di contenimento. Due nemici mortali e come tali li abbiamo affrontati in questi anni”.

“La mafia stragista è stata sconfitta. I componenti della Cupola sono finiti in carcere. Toto Riina è morto ed è morto al 41 bis, come è giusto che fosse, e non perchè la democrazia sia vendetta, ma perchè non può dimenticare il cuore della parola giustizia”.

Con lui c’è anche il capo della polizia Franco Gabrielli. Presenti anche tutti i dirigenti e i funzionari che si sono succeduti negli ultimi 25 anni. Tra loro il questore di Roma Guido Marino, ma anche il capo dello Sco Alessandro Giuliano, e ancora Luigi Savina, vicario capo della polizia di Stato che ha ricoperto per anni l’incarico di dirigente della mobile.

“Bentornati a casa – li saluta il questore Renato Cortese – Questa è la nostra casa, abbiamo vinto è perso. Abbiamo pianto, di gioia e di dolore”.

“Oggi – ha aggiunto Gabrielli – questa pianta è straordinariamente forte perchè qui è passata la storia di questa città, ma anche di un impegno, di una dedizione e di una abnegazione eccezionali”.