E’ morto Giuseppe Salvatore La Rosa l’operaio di 60 anni di Belmonte Mezzagno che era caduto da un’impalcatura al terzo piano in un cantiere edile al Policlinico di Palermo, riportando un’emorragia cranica.

Troppo gravi le ferite riportate dalla caduta. La Rosa era ricoverato nel reparto di Terapia intensiva. Sull’accaduto indagano carabinieri e tecnici dello Spresal dell’Azienda sanitaria provinciale di Palermo.

Il Comune di Belmonte Mezzagno ha proclamato il lutto cittadino quando verranno celebrati i funerali.

Cordoglio del Policlinico

La direzione strategica del Policlinico di Palermo, a nome di tutta l’Azienda ospedaliera universitaria, “con grande tristezza esprime profondo cordoglio per la tragica scomparsa dell’operaio vittima del grave incidente avvenuto in un cantiere dell’ospedale.

Alla famiglia, ai colleghi e a tutte le persone che gli erano vicine, l’AOUP rivolge le più sentite condoglianze ed esprime sincera vicinanza in questo momento di grande dolore”.

Il Policlinico conferma la piena collaborazione con le autorità competenti per l’accertamento delle dinamiche dell’accaduto.

Cisl, ennesima sconfitta del mondo del lavoro

“Assistiamo oggi all’ennesima sconfitta del mondo del lavoro non solo palermitano, perché la scia di sangue che si porta dietro l’escalation di incidenti gravi, è ormai una emergenza nazionale che bisogna affrontare insieme e subito. Siamo vicini alla famiglia dell’operaio, i parenti delle vittime troppo spesso affrontano soli il calvario del dolore”. Lo affermano la segretaria generale Cisl Palermo Trapani Federica Badami e il segretario generale Filca Cisl Palermo Trapani Francesco Danese, dopo aver appreso della morte di Giuseppe Salvatore La Rosa l’operaio di 60 anni di Belmonte Mezzagno caduto un’impalcatura al terzo piano in un cantiere edile al Policlinico di Palermo, due giorni fa.

“I dati lo confermano, Palermo con 3.089 denunce di infortunio (23,4% del totale regionale) nel primo semestre di quest’anno, è un territorio dove gli episodi più o meno gravi, sono troppo frequenti, soprattutto in settori come quello edile. Siamo stanchi di parole, vogliamo fatti, come quelli che portano ai controlli in tutti i cantieri e luoghi di lavoro, alla prevenzione con corsi dedicati ai lavoratori e una piena sinergia fra tutti gli enti e le realtà che si occupano di sicurezza sul lavoro”.

Cgil, il governo ha le sue responsabilità

I segretari generali della Fillea Cgil Palermo e della Fillea Cgil nazionale, Piero Ceraulo e Antonio Di Franco, presente oggi a Palermo a un’iniziativa della Cassa edile, intervengono sulla morte di Giuseppe Salvatore La Rosa, l’operaio di 60 anni di Belmonte Mezzagno, precipitato da un’impalcatura al terzo piano di un cantiere all’interno del Policlinico di Palermo due giorni fa e deceduto questo pomeriggio in ospedale.

“Dopo l’ennesimo operaicidio – dichiara il segretario generale Fillea Cgil Palermo Piero Ceraulo – non possiamo che ripetere dissenso e malcontento per una dinamica che non si arresta, che vede l’esposizione di tanti lavoratori che perdono la vita, un dramma che continuiamo a denunciare giorno dopo giorno. Ma questo non basta. Le istituzioni devono intervenire immediatamente. Il tavolo che con Filca e Feneal abbiamo rivendicato in Prefettura è importante non perché risolutivo ma diventa strategico per mettere tutti gli attori insieme al tavolo e definire un piano preciso di intervento, con degli obiettivi che guardino alla tutela dei lavoratori. Siamo vicini alla famiglia di Giuseppe Salvatore La Rosa, iscritto alla Fillea Cgil Palermo. E proveremo, quando sarà il momento opportuno, a metterci in contatto con loro e a mettere l’associazione delle vittime sul lavoro edile a loro disposizione”.

“Negli ultimi anni – dichiara il segretario generale Fillea Cgil Antonio Di Franco – abbiamo assistito alle più grandi stragi sul lavoro, in particolare nel mondo delle costruzioni. Il governo ha avuto solo la capacità di partorire patenti a credito, che non hanno salvato nessuna vita, e un decreto legge sulla sicurezza che non interviene sulla prevenzione. C’è una manifesta e grave responsabilità politica di non intervenire. Noi pensiamo che in questo momento ci sia la necessità di riflettere sul fatto che la patente a credito non ha invertito la tendenza e continuano a esserci miglia di morti. Se facciamo un bilancio, la patente a credito è servita più a dare nuove opportunità di lavoro ai consulenti del lavoro che a fare prevenzione sul lavoro e qualificazione d’impresa”.

“Riteniamo che ci sia anche una responsabilità profonda di questo governo – prosegue Di Franco – nella misura in cui non mette in campo i correttivi che da anni chiediamo, a partire dall’istituzione di una Procura nazionale che si occupi dei reati in materia di sicurezza sul lavoro e della necessità di coordinare i vari ispettorati nel nostro Paese. Ancora più grave in questo momento è il tentativo di depotenziare l’ispettorato nazionale del lavoro, riportandolo sotto l’egida del ministero del Lavoro, assoggettandolo al potere politico. Un fatto profondamente sbagliato: la vigilanza ha bisogno di indipendenza dalla politica e che venga resa dignità agli ispettori del lavoro, pagandoli come si dovrebbe. Pochi partecipano ai concorsi perché i salari sono molto bassi e gli esperti di sicurezza, ingegneri, geometri, trovano collocazioni migliori. In questa legge di bilancio si peggiorano ulteriormente gli effetti allungando l’aspettativa di vita e l’età pensionabile. L’operaio di Palermo è uni di questi casi: a 60 anni riteniamo che non si debba più salire sulle impalcature”.