E’ stata eseguita l’autopsia sul corpo di Giuseppe Barbaro, 76 anni, l’uomo morto all’ospedale di Villa Sofia di Palermo in attesa da 17 giorni di un intervento chirurgico nel reparto di Ortopedia.

Ad eseguire l’esame il medico legale Manfredi Rubino. Era presente anche la dottoressa Ginevra Malta in qualità di consulente nominata dalla famiglia dell’anziano deceduto assistita dall’avvocato Andrea Dell’Aira. Al momento l’inchiesta della procura è a carico d’ignoti. Per conoscere le cause del decesso si dovrà attendere l’esito degli esami istologici e la relazione del medico legale depositata tra 60 giorni. La famiglia continua chiedere giustizia.

I familiari non si danno pace

“Nostro padre non aveva patologie di un nessun tipo – dicono i familiari – ultimo intervento a maggio per la cataratta. Ha superato anche il Covid senza nessun problema. Purtroppo i tre giorni passati al pronto soccorso in corridoio in quello che loro chiamano Obi, ma è di fatto il corridoio dove ci sono tanti pazienti che sono a stretto contatto, e i complessivi 17 giorni di ricovero in attesa di un intervento per la frattura alla spalla hanno portato alla morte di nostro padre che nonostante i 76 anni stava in ottima salute”. I funerali saranno celebrati venerdì 11 gennaio nella chiesetta del cimitero dei Rotoli a Palermo.

La vicenda

“Il 28 dicembre Giuseppe Barbaro inizia a chiamare insistentemente i figli sostenendo di essere  stato legato a letto – racconta il genere – inizialmente pensavamo stesse vaneggiando ma l’indomani mattina scopriamo che era tutto reale”. Il paziente, descritto dai medici come eccitato ed agitato, viene trovato dai parenti su una barella spinta contro il muro e con le gambe ed il braccio destro legati. Una situazione che suscita preoccupazione tra i familiari. Poco dopo, una delle figlie dell’uomo, nota che il padre ha la febbre: presenta, infatti, una temperatura corporea alta, oltre 39°. Solo dopo la sollecitazione dei figli, all’uomo viene somministrato il paracetamolo. Da quel momento in poi le condizioni del 76enne peggiorano giorno dopo giorno.

La tac e i valori critici di sodio nel sangue

Dal 29 dicembre in poi l’uomo comincia a mostrare segni di semi incoscienza che si aggiungono ai segni di grave malessere. Tra il 30 e il 31 dicembre, “una tac rivela un focolaio di polmonite e valori critici di sodio nel sangue, in particolare, ipersodemia con un valore di 178 – racconta sempre il genero – tengo a precisare che a giugno Giuseppe si era sottoposto ad alcuni esami per un intervento di cataratta e il valore del sodio nel sangue era perfetto – aggiunge – ad oggi non ci spieghiamo come sia possibile che il valore del sodio sia schizzato in pochi giorni”.

Nei giorni successivi, il paziente sembra essere sempre più assente e incapace di rispondere agli stimoli. “Il 6 gennaio, intorno alle 7.55 ci chiama un medico di Napoli arrivato in reparto – afferma Giuseppe – e ci riferisce che mio suocero è deceduto per un arresto cardiocircolatorio. “Adesso vogliamo conoscere solo la verità”, conclude Giuseppe Marino.

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