La corte di cassazione ha confermato la sentenza della Corte Appello con la quale era stato assolto il sindaco Alimena Giuseppe Scrivano dall’accusa di voto scambio politico mafioso. La Corte d’Appello aveva ribaltato la sentenza di primo grado con cui il primo cittadino era stato condannato a 4 anni e 8 anni.
Scrivano, difeso dall’avvocato Vincenzo Lo Re, ha sempre respinto le accuse. In seguito alla condanna di primo grado venne sospesa – in base alla legge Severino – per 18 mesi dalla carica che, successivamente, ha ripreso e che sta ricoprendo tuttora.
Già con la sentenza d’appello erano state revocate anche le provvisionali riconosciute in precedenza alle parti civili, ovvero i Comuni di Alimena e Bagheria, il Centro Pio La Torre, Addiopizzo e Sicindustria.
La vicenda al centro del processo era emersa con il blitz antimafia “Argo” del 2013. Per l’accusa, il sindaco avrebbe comprato i voti da Michelangelo Lesto, già condannato in uno stralcio del processo, che aveva conosciuto per organizzare un comitato elettorale a Bagheria.
“Dopo 11 anni la Corte di Cassazione ha posto fine alla vicenda che ha tormentato la mia vita – dice Scrivano – Con la sentenza di oggi la corte di cassazione dichiarando inammissibile il ricorso del pg e della parte civile mi ha assolto definitivamente. La giustizia su cui avevo sempre riposto la mia massima fiducia ha finalmente trionfato. Ringrazio di cuore l’avvocato Vincenzo Lo Re che con tanta professionalità e serietà ha portato avanti questo procedimento”.
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