Nuovo caso di intossicazione da cannabis di un bimbo di 18 mesi arrivato all’ospedale dei Bambini accompagnato dai genitori perché non si svegliava. Il bimbo sta bene ed è in via di guarigione ricoverato nel reparto di neuropsichiatria infantile. Adesso, sono in corso accertamenti da parte della procura per i minorenni.

L’ennesimo caso al “Di Cristina”

Dopo la bimba salvata la scorsa settimana dai medici del pronto soccorso pediatrico dell’ospedale Di Cristina di Palermo, diretto da Domenico Cipolla, un nuovo caso. I medici hanno eseguito gli esami di sangue e delle urine hanno subito confermato la positività alla cannabis. La famiglia, che vive in periferia a Palermo, ha continuato a sostenere che il figlio ha assunto lo stupefacente in casa. I sanitari hanno avvisato le forze dell’ordine, la procura e gli assistenti sociali per tutte le verifiche sulle condizioni in cui vive il bambino.

Qualche settimana fa un piccolo di 13 mesi era stato portato sempre al pronto soccorso del nosocomio di Cristina più noto come Ospedale Bambini per aver ingerito cannabis. A rivolgersi ai medici sono stati i genitori, una coppia di romani a Palermo per lavoro, preoccupati per le condizioni del figlio. I medici in servizio hanno visitato il bambino sottoponendolo anche a una Tac che ha riscontrato una frattura cranica.

I sanitari hanno contattato le forze dell’ordine e la Procura per i minorenni. L’alloggio preso in affitto dalla coppia durante la permanenza in città è stato sottoposto a perquisizione. Come accade sempre in questi casi il bambino è stato affidato al direttore sanitario dell’ospedale in attesa dell’esito degli accertamenti disposti dalla magistratura.

Le parole della direttrice Farinella

Una collaborazione su cui punta molto la direttrice medica di presidio Desirè Farinella. “Il fenomeno sociale è in crescita, come ospedale manteniamo alta l’attenzione su questo tipo di situazioni – sottolinea Desirè Farinella – Facciamo il possibile per informare i genitori che anche l’assunzione accidentale di minime quantità di stupefacente nei bambini è pericolosissima. In alcuni casi le vittime hanno avuto bisogno di cure in terapia intensiva”.

 

Articoli correlati