L’ex primario della Chirurgia Plastica Matteo Tutino dovrà essere giudicato dai giudici della Corte dei Conti per la richiesta di risarcimento danni per aver effettuato, senza autorizzazione, prestazioni specialistiche presso il Presidio Ospedaliero S. Elia di Caltanissetta mentre era in servizio al Policlinico Paolo Giaccone.

Il giudice di primo grado aveva dichiarato il difetto di giurisdizione per questa richiesta. Di diverso avviso il procuratore generale della Corte dei Conti Pino Zingale che ha presentato appello contro la decisione.

Adesso i contabili d’appello presieduta da Giovanni Coppola (Vincenzo Lo Presti Consigliere, Tommaso Brancato Consigliere relatore, Valter Camillo Del Rosario Consigliere, Guido Petrigni Consigliere) hanno accolto il ricorso e rinviato il giudizio alla sezione giurisdizionale.

Il 29 novembre 2012, l’Azienda Ospedaliera Universitaria Policlinico “Paolo Giaccone” di Palermo trasmetteva alla Procura Regionale della Corte dei conti per la Regione siciliana gli atti inerenti il procedimento disciplinare avviato nei confronti del dipendente dirigente medico Matteo Tutino per aver effettuato, senza autorizzazione, prestazioni specialistiche presso il Presidio Ospedaliero Sant’Elia di Caltanissetta durante il periodo in cui lo stesso risultava collocato, a sua richiesta, in aspettativa senza assegni.

Ad eseguire le indagini delegate dal pm erano stati i carabinieri del Nas di Palermo. Secondo il procuratore “la percezione di somme da ente pubblico per prestazioni ex lege vietate, – si legge nella sentenza -non solo costituisce gravissima violazione degli obblighi di lealtà, fedeltà ed esclusività che il dottor Tutino era tenuto ad osservare anche in regime di aspettativa, ma perfeziona, altresì, un danno erariale, perché mai il dipendente pubblico avrebbe potuto richiedere e incamerare denaro pubblico per una attività professionale vietata a priori dalla legge”.

Ad avviso della Procura, il danno sarebbe di quasi 29 mila euro. Tesi del procuratore accolte dai giudici contabili che hanno annullato la prima pronuncia.