Ogni settimana una persona muore per soffocamento a causa di un boccone che va di traverso e ostruisce le vie aeree. Succede ad anziani e adulti, ma soprattutto a bambini con meno di tre anni.
Come è avvenuto in provincia di Taranto ieri e prima ancora, nella stessa regione, due settimane fa: due bambini di due anni soffocati in entrambi i casi da un chicco d’uva.
“La morte di Chiara e Nicolò, di soli due anni, in provincia di Taranto, impone che venga richiamata l’attenzione su questo argomento, è importante che i genitori siano informati su come comportarsi in casi del genere”, dice Mario Balzanelli, Presidente della Società Italiana dei Sistemi 118.
E ricorda che il 118 è a disposizione, gratuitamente, di tutti gli italiani e in particolare di mamme e papà che vogliono informarsi sul comportamento da tenere quando ai loro bambini succedono incidenti che possono essere anche letali. Ma ecco il vademecum del 118
1)I bambini piccoli devono essere sorvegliati anche e soprattutto quando mangiano.
2) E’ indispensabile evitare, almeno fino all’età di 5 anni, di far mangiare cibi troppo grossi (di solito pezzi di carne), non adeguatamente tagliuzzati (diametro in media non superiore a 5 millimetri nei più piccoli e 1 cm nei più grandi), in particolare quando lisci, rotondi (gli acini d’uva), o cilindrici (pezzi di wurstel).
E comunque evitare che possano essere messi in bocca cibi con ossicini (ossicini di pollo), caramelle (particolarmente se morbide), gomme da masticare, giocattoli o pezzi di giocattoli, monete o batterie a bottone.
3) I genitori e i familiari devono riconoscere immediatamente i segni della ostruzione severa delle vie aeree e dell’arresto cardiaco ad essa conseguente: il bambino non piange (quando molto piccolo), non emette suoni (non parla, non tossisce), cambia improvvisamente colore (il volto e le labbra diventano cianotiche, ossia di colore viola, grigio), perde rapidamente coscienza e smette di respirare (torace immobile).
4) In questi casi, chiamare il 118 diventa una priorità assoluta potenzialmente salvavita. Il 118 deve essere chiamato per primo e non per ultimo, poiché non solo assicura l’invio immediato sul posto di un mezzo e di un equipaggio di soccorso in grado di assicurare la rianimazione più appropriata (avanzata), quanto attiva già in quel preciso istante l’atto terapeutico più determinante: gli infermieri operatori della Centrale Operativa organizzano e guidano la risposta emotiva disperata dei genitori e dettano in tempo reale le manovre salvavita da effettuare prima dell’arrivo del mezzo di soccorso inviato.
Il telefono di chi chiama deve essere messo in modalità viva voce e deve rimanere in contatto con gli operatori della CO118 durante tutto il tempo che precede l’arrivo dei soccorsi.
Il quarto punto indicato riguarda l’importanza della chiamata di soccorso: 4) Chiamare il 118 diventa una priorità assoluta potenzialmente salvavita.
Il 118 deve essere chiamato per primo e non per ultimo, poiché non solo assicura l’invio immediato sul posto di un mezzo e di un equipaggio di soccorso in grado di assicurare la rianimazione più appropriata (avanzata), quanto attiva già in quel preciso istante l’atto terapeutico più determinante: gli infermieri operatori della Centrale Operativa organizzano e guidano la risposta emotiva disperata dei genitori e dettano in tempo reale le manovre salvavita da effettuare prima dell’arrivo del mezzo di soccorso inviato.
Il telefono di chi chiama deve essere messo in modalità viva voce e deve rimanere in contatto con gli operatori della CO118 durante tutto il tempo che precede l’arrivo dei soccorsi.
4) La vittima deve essere soccorsa immediatamente. Se vi sia arresto cardiaco, dopo soli 3-4 minuti di anossia (assenza assoluta di ossigeno) cerebrale, subentra la morte. Occorre quindi evitare, nella maniera più assoluta, di spostare il corpo della vittima trasportandolo inutilmente al presidio sanitario più vicino ed iniziare, invece, sul posto, le compressioni toraciche del massaggio cardiaco.
5) L’ampio intervallo temporale che precede la chiamata al 118, fa in tutti i casi una pesantissima differenza sul piano prognostico, tra la vita e la morte, con fasi convulse di soccorso improvvisato “fai da te” (infilare le dita in gola cercando di rimuovere il corpo estraneo) che non solo non risolve l’ostruzione ma la complica ulteriormente, spingendo ancora più in profondità il corpo estraneo incastrato. (ANSA).
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