I carabinieri del comando provinciale di Palermo con i baschi rossi dello squadrone eliportato cacciatori di Sicilia, del 12° reggimento “Sicilia”, hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare, emessa dal gip di Palermo, su richiesta della Dda di 7 persone, 2 delle quali già ristrette in carcere per altra causa, accusati a vario titolo di aver fatto parte di un’ associazione dedita al traffico di stupefacenti, operante nel quartiere “Falsomiele” di Palermo. Sono state eseguite 19 perquisizioni per la ricerca di stupefacente.

Gli arrestati nell’operazione

Il gip di Palermo Filippo Serio nel corso dell’operazione antidroga tra Bagheria e il quartiere di Palermo Falsomiele ha disposto la custodia cautelare in carcere per Giuseppe Caruso, 37 anni, detto “U panellaru” Sergio Sangiorgio, 40 anni, detto “U Nanetto” Davide Sangiorgio, 38 anni, detto “U Paperino” Antonino La Mattina, di 35, Emanuele Lo Nardo, di 32 anni, detto “Pizzetta”, Giuseppe Lo Muto, 32 anni, e Roberto Gritto, 31 anni. Nell’operazione ci sono altri 74 indagati.

I due arrestati oggi

Due di queste hanno portato all’arresto di due indagati, trovati in possesso, rispettivamente, di 400 grammi di cocaina e 1,3 chilogrammi di hashish. Ad altre 74 persone sono stati notificati gli avvisi di conclusione delle indagini preliminari. Il provvedimento, scaturisce dall’operazione “Ultima Alba”, condotta dalla nucleo operativo e radiomobile della compagnia di Bagheria dal novembre 2019 al gennaio 2022, che ha avuto inizio con il sequestro di piantagioni di marjuana nei comuni di Trabia e Misilmeri e l’arresto di sei palermitani imparentati tra loro. Nel corso dell’operazione sono stati sequestrati 590 grammi di cocaina; 33 grammi di eroina; 147 grammi di metadone e 3 chili di marjuana.

La manovra investigativa portata a compimento dai militari, ha permesso di appurare che alcuni di questi fossero i membri di una struttura criminale a gestione familiare, operante nel quartiere Falsomiele, in grado di controllare una vera e propria piazza di spaccio, movimentando considerevoli quantitativi di cocaina ed eroina e conseguentemente varie migliaia di euro in contanti.
Il capo dell’associazione è stato capace di impartire direttive anche durante il periodo di detenzione in carcere.

Le investigazioni, sviluppate attraverso attività d’intercettazione e di videosorveglianza, oltre la più convenzionale osservazione a distanza degli obiettivi, hanno permesso di documentare centinaia di cessioni al dettaglio di stupefacenti, ricostruire la composizione del sodalizio, sia la gerarchia interna e registrare vari rifornimenti della droga.