Sedici imputati hanno scelto di essere giudicati con il rito abbreviato nell’ambito del processo scaturito dall’operazione antimafia denominata “Centro”. Due hanno optato per il giudizio ordinario. Il processo si svolge davanti al gup Rosario di Gioia.

Hanno scelto il rito abbreviato Gaetano Badalamenti, Alessandro Cutrona, Antonino Pisano, Francesco Mulè, Alessandro Adamo, Francesco Lo Nardo, Giuseppe Mangiaracina, Antonio Lo Coco, Calogero Leandro Naso, Salvatore Gioeli, Simone Abbate, Salvatore Maddalena, Giovanni Maddalena, Giuseppe Civiletti e Giuseppe Campisi, difesi fra gli altri dagli avvocati Debora Speciale, Antonio Turrisi, Filippo Gallina, Michele Giovinco, Miria Rizzo, Gianfranco Viola. Gli imputati sono accusati a vario titolo di associazione mafiosa, estorsione, traffico e spaccio di stupefacenti.

È stata accolta la richiesta di abbreviato condizionato avanzata dai legali di Massimo Mulè, difeso dagli avvocati Giovanni Castronovo e Marco Clementi. Nel corso della prossima udienza sarà sentito un commerciante, in relazione a un’ipotesi di estorsione. “L’unico elemento indiziario – spiegano i legali – sarebbe costituito da un intercettazione ambientale tra il proprietario di un locale e un imputato, nel corso della quale si farebbe riferimento a tale “u nicu”, nomignolo che però non parrebbe riconducibile con assoluta certezza a Massimo Mulè”.
Hanno scelto il giudizio ordinario gli imputati Giuseppe Castelli e Salvatore D’Atria, che sono stati rinviati a giudizio dinanzi la terza sezione collegiale del tribunale di Palermo per l’udienza del 6 marzo 2024.

A margine dell’udienza si registrano le dichiarazioni spontanee di Alessandro Cutrona, il quale si è scusato con i pubblici ministeri e con tutte le persone che ha “ingiustamente accusato, per le dichiarazioni false rilasciante quanto aveva dichiarato di voler collaborare dalla giustizia”.  Scelta dettata, ha riferito, dal desiderio di uscire dal carcere per ricongiungersi con i suoi familiari.