• Il sistema raccontato da Luca Palamara protagonista di Casa Minutella.
  • Ospiti Giuseppe Ayala, Alessandro Sallusti e Mario Barresi.
  • Giuseppe Ayala ha paragonato Luca Palamara a Tommaso Buscetta.

Dopo la puntata del 4 febbraio scorso, a Casa Minutella si torna a parlare di Il sistema. Potere, politica, affari: storia segreta della magistratura, il libro di Alessandro Sallusti e Luca Palamara, edito da Rizzoli, in cui viene raccontato il sistema che ha pesantemente condizionato l’assetto della giustizia e della politica italiana negli ultimi anni.

Ospiti di Massimo Minutella l’autore del volume e direttore de Il Giornale Alessandro Sallusti, l’ex Pm del pool antimafia Giuseppe Ayala e il giornalista de La Sicilia Mario Barresi.

Ayala ha svelato di avere letto il libro «con uno stato d’animo simile al disgusto» e ha paragonato, riconoscendone il «paradosso storico» Sallusti a Giovanni Falcone e Palamara a Tommaso Buscetta: «Di Palamara si può dire di tutto tranne che sia un criminale. Però, in una trasmissione della Rai di 2 – 3 anni fa, io feci un accenno al criterio dell’appartenza in magistratura e lui mi accusò di qualunquismo quando faceva parte del sistema. Poi, quando è stato espulso da quel sistema, Palamara ha risposto alle domande su di esso. Insomma, finché sei dentro al sistema, questo funziona e neghi la sua esistenza. Proprio come facevano i mafiosi. Quando, però, il sistema ti caccia, allora tu lo racconti e consumi la tua vendetta».

La replica di Sallusti: «Io non sono l’avvocato di Palamara. Ma, con onestà, è giusto che dica che ho dovuto insistere con lui per scrivere il libro. Gli ho detto che era tecnicamente morto e poteva o finire triturato nel fago o tentare un piccolo riscatto dal suo punto di vista. L’operazione è partita a novembre 2020 dopo un primo incontro avvenuto a maggio. Ho messo in conto che, nel suo racconto, avrebbe raccontato molto ma non tutto. Da giornalista, comunque, ho accertato che il suo racconto fosse veritiero e documentabile. Di certo si è tolto qualche sassolino dalle scarpe ma si doveva cominciare da qualche parte per fare un’operazione verità».

Ayala ha poi citato un convegno che si svolse nel 1989 a Milano quando Giovanni Falcone disse che «le correnti all’interno dell’Associazione Nazionale Magistrati si sono trasformate in macchine elettorali per il Consiglio Superiore della Magistratura» per sottolineare che il sistema si conosceva ma non tutti i dettagli: «il nodo è la proiezione in magistratura della deriva del nostro Paese. Avere sostituito al merito la forza dell’appartenza che riguarda anche la politica e il giornalismo».

Sallusti ha aggiunto: «Palamara, a proposito del merito, fa un discorso semplice: non è detto che questo sistema produca magistrati non all’altezza e dequalificata, ecc. Ma se tu non fai parte del sistema, non diventi procuratore da nessuna parte. Sarebbe stupido dire che tutti i procuratori scelti con il metodo Palamra sono incapaci, servi, ecc. Sono semplicemente lì perché portati lì da quel metodo. Se non lo avessero accettato, non ci sarebbero stati. I magistrati che entrano in conflitto con il sistema, infatti, vengono fatti fuori. Il dott. Palamara racconta qualcosa che si sapeva ma, anche a causa dell’informazione – parte attiva e importantissima del sistema – non si è saputo abbastanza e in maniera pubblica».

 

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