Dai banchi dell’opposizione vengono additati come la “stampella” del governo Schifani. Loro, gli esponenti di Sud Chiama Nord, piuttosto si dicono opposizione responsabile e dialogante sulle cose da fare. Un supporto di proposte ma non una relazione da “interni” alla maggioranza. E così sottolineano l’ipocrisia della mozione di sfiducia proposta da 5 stelle e Pd ma non ci stanno a restare a guardare.

Parte domani il tour

Così Sud Chiama Nord avvia ufficialmente il tour regionale “Governo di Liberazione”, il percorso politico guidato dall’on. Cateno De Luca che attraverserà tutte le province siciliane con una fitta agenda di conferenze stampa, incontri pubblici e momenti di ascolto con sostenitori, amministratori e cittadini. Si comincia domani, martedì 18 novembre, con un calendario intenso, articolato tra novembre e dicembre, pensato per parlare direttamente ai siciliani e condividere un progetto politico che punta a restituire autonomia, trasparenza e sviluppo ai territori.

Le tappe del tour toccheranno Agrigento, Caltanissetta, Catania, Enna, Messina, Palermo, Ragusa, Siracusa, Trapani.

Cateno De Luca: “Siamo ad un punto di svolta

“La Sicilia è arrivata a un punto di svolta: o si ha il coraggio di rompere gli schemi e liberarla dalle lobby che la tengono ostaggio imponendo un insopportabile pizzo legalizzato oppure questa terra continuerà a essere soffocata da giochi di potere e improvvisazione” dice Cateno De Luca.

“Ho ormai risolto i miei problemi di salute. A dicembre effettuerò l’ultimo test, ma tutto sembra definitivamente superato. E proprio per questo, in un momento così delicato per la Sicilia, riprendo adesso il percorso che ho dovuto interrompere quasi due anni fa, nell’aprile del 2024, a causa dei miei gravi problemi di salute”.

Una fase complessa

“Oggi la Sicilia vive una fase complessa, che richiede serietà, responsabilità e una visione capace di guardare lontano intervenendo immediatamente con riforme strutturali che richiedono il coinvolgimento di uomini e donne di buona volontà sdegnati dalla stucchevole guerra tra conservatori del sistema parassitario ed improvvisati savonarola ben pagati. La Sicilia negli ultimi dieci anni è stata governata da tutto l’arco costituzionale, ma la situazione è andata sempre peggiorando perché tutti hanno preferito mangiare la mela del peccato gestendo come un bancomat i nostri destini, evitando di imbracciare l’ascia delle riforme per squarciare la cappa di rassegnazione e sudditanza che pervade buona parte dei siciliani”.