Stralciata la sua posizione

Pino Maniaci non sarà giudicato insieme ai boss di Borgetto e Partinico

Pino Maniaci, giornalista di Tele Jato divenuto noto per le sue campagne antimafia e ora sotto processo per estorsione, non sarà giudicato insieme ai boss di Borgetto e Partinico coinvolti nell’indagine a suo carico.

Lo ha stabilito la seconda sezione del tribunale di Palermo, presieduta da Benedetto Giaimo, accogliendo la richiesta dei legali di Maniaci.

Secondo la difesa – tesi condivisa dal tribunale – non ci sarebbe alcun nesso tra le accuse rivolte a Maniaci e a quelle contestate agli altri 11 imputati che rispondono, a vario titolo, di associazione mafiosa ed estorsione aggravata.

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A Maniaci, invece, si contestano episodi di estorsione semplice che non avrebbe alcuna connessione con i reati per cui i boss sono a giudizio. I giudici hanno, dunque, stralciato la posizione del giornalista che sarà giudicato separatamente, rinviando al presidente di sezione la fissazione della nuova data del processo.

A Maniaci si contesta di avere preteso da alcuni amministratori locali favori e soldi. Il giornalista avrebbe minacciato le vittime che si fossero rifiutate di scatenare contro di loro la campagna di stampa.

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Il tribunale ha poi respinto l’istanza di esclusione di una serie di parti civili, che sono state cancellate dall’ambio prefettizio delle associazioni antiracket per infiltrazioni mafiose o per non avere svolto l’attività prevista dal loro statuto.

Secondo i giudici sarebbe comunque legittimate a partecipare al processo in quanto avrebbero subito un danno dai reati commessi dagli imputati. Infine sono state ammesse come parti civili, ma solo contro Maniaci, accusato di avere ucciso i suoi cani e di avere fatto passare l’episodio per una minaccia mafiosa nei suoi confronti, due associazioni animaliste.

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