Quando il futuro re della TV italiana era un giovane pianista con la valigia

Prima di diventare “Superpippo”, prima di dominare per decenni il palinsesto televisivo italiano e prima ancora di condurre record di Festival di Sanremo, Pippo Baudo fu un ragazzo con lo smoking in valigia e un sogno in tasca. Era il 1959, e la sua storia con la televisione iniziò proprio a Palermo, città che gli regalò il primo applauso davanti a una telecamera.

All’epoca, Baudo non era ancora il conduttore carismatico che tutti avremmo conosciuto, ma un giovane studente di giurisprudenza, con una passione sfrenata per la musica. Suonava il pianoforte nell’Orchestra Moonlight e, grazie a quell’incarico, si trovò catapultato su un palco prestigioso: quello di La conchiglia d’oro, varietà televisivo condotto da Enzo Tortora e trasmesso dalla sede Rai di Palermo.

Il programma era un mix di musica e spettacolo, uno di quei formati che all’epoca rappresentavano la finestra glamour di una TV ancora in bianco e nero, capace di portare nelle case italiane artisti, orchestre e cantanti. Pippo, elegante e sorridente, si sedette al pianoforte e suonò. Nessuno, forse nemmeno lui, poteva immaginare che quella sarebbe stata la prima pagina di una lunghissima carriera.

L’aneddoto che rende l’episodio quasi cinematografico è legato al fatto che, in quei giorni, Baudo era alle prese con la laurea in giurisprudenza. La sera prima della discussione della tesi, suonò in uno spettacolo a Catania; il giorno dopo, partì su un motocarro, in smoking, verso Palermo. Prima l’esame, poi la musica. Una doppia sfida vinta, in perfetto stile “uomo di spettacolo” ante litteram.

Quella serata del 1959 fu il suo primo contatto con la magia della televisione. Da lì, la strada lo avrebbe portato ai primi programmi da conduttore negli anni Sessanta, fino a diventare il volto simbolo della Rai e della TV italiana per oltre mezzo secolo.

Oggi, ricordando Pippo Baudo, vale la pena sottolineare che tutto cominciò proprio qui, a Palermo, dove un ragazzo con il pianoforte e il sorriso conquistò il primo applauso televisivo della sua vita. Un applauso che, in fondo, non è mai finito.


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