Gli alberghi devono pagare una tassa rifiuti maggiorata rispetto a quella di una normale abitazione. E’ quanto ha stabilito la corte di cassazione sezione tributaria che ha messo la parola fine su numerosi ricorsi presentati da diversi alberghi tra Palermo e provincia contro le cartelle esattoriali spedite dalle amministrazioni comunali alle attività ricettive.
E’ stato il Comune di Cinisi, assistito dagli avvocati Giancarlo Pellegrino e Daniela Di Carlo a presentare ricorso contro la sentenza di secondo grado che aveva accolto il ricorso presentato dalla struttura ricettiva.
La società contestava la legittimità della delibera della giunta con la quale sono state approvate le tariffe Tarsu per gli anni 2007 e 2008 con l’applicazione da parte del Comune di Cinisi di una tariffa a metro quadrato per la struttura alberghiera superiore a quella prevista per le abitazioni private.
L’albergatore contestava il pagamento di cartelle esattoriali per 52 mila euro. Sono state accolte le tesi dei difensori del Comune di Cinisi Giancarlo Pellegrino e Di Carlo che puntavano sulla piena legittimità dell’amministrazione comunale “con riferimento alla previsione di una maggiore tariffa per le strutture ricettive, rappresentando un fatto notorio la maggiore capacità produttiva di rifiuti di un esercizio alberghiero rispetto ad una civile abitazione”.
I giudici della Cassazione hanno condannato l’albergatore e, a rifondere interamente al Comune di Cinisi le cartelle oltre al pagamento delle spese di giudizio.
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